Gettavano le salme in “vere e proprie fosse comuni” per liberare i loculi del cimitero di Rionero in Vulture, in provincia di Potenza, e quindi rivenderli illecitamente fino al 300% del costo reale. Queste le accuse della procura potentina guidata da Francesco Curcio che ha chiesto e ottenuto l’arresto di 6 persone – tre in carcere e altrettante ai domiciliari – e l’applicazione di una settima misura interdittiva nell’ambito di un’inchiesta che vede 15 indagati. Un “sistema”, lo hanno chiamato gli inquirenti.

Le indagini sono cominciate dopo la denuncia di un cittadino sulla compravendita delle tombe. Gli investigatori hanno individuato “un sistema che di fatto orientava e monopolizzava l’aggiudicazione dei servizi e dei lavori pubblici” nel comune, tra cui la gestione del cimitero, per un totale di circa 2 milioni di euro. Al centro dell’operazione vi è la famiglia Aiuola, che gestiva il cimitero di Rionero, e a cui facevano capo diverse società, una delle quali aveva in gestione il cimitero di Orta Nova, nel Foggiano, dove sono stati accertati casi di corruzione. Le accuse, a vario titolo, sono – oltre alla corruzioneconcussione, peculato, turbata libertà degli incanti, induzione indebita a dare o promettere utilità, falso in atto pubblico, abuso in atto d’ufficio e soppressione di cadavere.

Le ricerche della fossa comune sono iniziate già oggi, hanno spiegato gli inquirenti, per trovare i cadaveri riesumati dai loculi e quindi effettuare l’esame del Dna sui resti e verificarne l’identità. Gli investigatori non hanno ancora individuato con precisione l’area della fossa che, ha spiegato il procuratore Curcio, “dovrebbe essere nei pressi del cimitero”. Nell’ambito dell’inchiesta è stato inoltre arrestato un consigliere comunale di Orta Nova, Damiano Colonna, che secondo gli investigatori sarebbe stato corrotto da Emilio Aiuola, titolare della cooperativa Economy Service, per ottenere appalti e proroghe dei servizi cimiteriali.

Le aziende riferibili ad Aiuola, secondo i magistrati, avrebbero invece ottenuto l’appalto per il cimitero di Rionero nel 2002, e poi solo “proroghe palesemente illegali” frutto di atti degli uffici comunali fino all’estate del 2019: non risultano indagati tra i componenti delle amministrazioni comunali ma “si tratta di una vicenda – ha evidenziato Curcio – allarmante e di eccezionale gravità, scoperta grazie alla coraggiosa e circostanziata denuncia di un cittadino”.

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