Corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, turbata libertà degli incanti e truffa ai danni dello Stato. Sono le accuse per le quali due imprenditori sono stati arrestati e otto persone, tra cui funzionari pubblici, sono finite ai domiciliari. Le manette sono scattate ai polsi dei costruttori Ernesto e Gianfranco Brozzetti, raggiunti anche da un provvedimento di sequestro preventivo di quasi 10 milioni di euro. La misura cautelare degli arresti domiciliari riguarda anche manager di Banca Mediolanum, in questo momento all’estero.

L’indagine, denominata operazione “Cassandra” e svolta dagli uomini della Squadra mobile della Polizia e con l’ufficio Antifrode dell’Agenzia delle Entrate coordinati dal pm Alberto Pioletti, ha riguardo i rapporti tra gli imprenditori e funzionari per l’aggiudicazione degli appalti relativi alla gestione e ristrutturazione degli immobili affittati ad enti pubblici di via dei Normanni (in parte adibito a sede del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze) e di via Costi adibito a sede dell’Agenzia delle Entrate, Ufficio Provinciale di Roma e Territorio. Gli accertamenti, svolti anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno riguardato anche Massimo Pietrangeli, all’epoca dei fatti direttore Centrale accertamento e riscossione dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli e presidente del Fondo di previdenza del Mef, attuale direttore della direzione centrale tabacchi.

In base a quanto accertato, le gare di appalto venivano affidate sempre alla stessa società: la Vapa Appalti Srl, riconducibile ai Brozzetti, che, dall’esame della documentazione acquisita risulta aver conseguito le commesse in virtù di proposte inizialmente molto vantaggiose. Gli immobili appartengono a fondi immobiliari le cui quote appartengono interamente al Fondo di Previdenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Gli imprenditori puntavano in primo luogo all’acquisto di immobili da destinare a sede di pubbliche amministrazioni e alla gestione, in un secondo momento, della ristrutturazione, facendone lievitare il valore e, di conseguenza, il canone di locazione. Nel sistema corruttivo è coinvolta, infatti, anche Cristiana Pattumelli, compagna di Pietrangeli, e già membro del cda del fondo di previdenza del Mef, la quale puntava, in cambio di favori, ad ottenere un posto di lavoro più prestigioso nella pubblica amministrazione.

In una nota il Mef ha espresso “piena fiducia nell’attività degli inquirenti e la massima disponibilità di tutte le strutture del Ministero a collaborare con le indagini”. Dalle risultanze di indagine, spiega il ministero in una nota, “emergono infatti ipotesi di reato e gravi comportamenti fraudolenti attribuiti anche a dirigenti o ex dirigenti delle Agenzie fiscali. Tali fatti, risalenti ad anni addietro, secondo quanto dichiarato dalle autorità inquirenti, si riferiscono alla gestione immobiliare e finanziaria di alcune società appartenenti al Fondo di previdenza del Ministero. Si tratta di ipotesi di reato rispetto alle quali il Ministero, i suoi dipendenti e le Agenzie fiscali sono parte lesa“.

Per quanto riguarda i due dipendenti delle Agenzie fiscali, sottoposti nella giornata di oggi a misure cautelari, “in riferimento al ruolo da essi svolto nell’ambito delle suddette attività immobiliari e finanziarie, questa amministrazione ha immediatamente avviato le procedure necessarie alla loro sospensione sia dagli incarichi interni alle Agenzie sia, per quanto riguarda il dr. Massimo Pietrangeli, dal ruolo di Presidente del Fondo”, si legge ancora.

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