All’interno di un condominio può capitare di vivere in un appartamento con impianto di riscaldamento centralizzato. Questo significa che l’onere viene inserito all’interno delle spese condominiali, che corrispondono a un canone fisso mensile versato da tutti i proprietari o dagli affittuari degli appartamenti.

Ma cosa accade quando si installano i contabilizzatori di calore sui termosifoni, così come previsto dalla nuova normativa? Si continua a pagare in base ai millesimi di proprietà o bisogna calcolare l’importo a seconda dei consumi effettivi?

Come riportato da un articolo di Immobiliare.it, secondo la nuova normativa queste spese vengono ripartite in due voci:

  • costi fissi involontari, che fanno riferimento a procedure come la manutenzione della caldaia o la sua pulizia periodica e vengono ripartiti in base ai millesimi;
  • costi variabili volontari, generati dai consumi registrati in ogni appartamento: per questi bisogna calcolare l’effettivo utilizzo del riscaldamento da parte di ogni nucleo familiare, tramite la lettura della registrazione degli appositi contabilizzatori.

Ma se in un condominio tale revisione dei costi non è ancora avvenuta significa che non è nemmeno stato modificato il regolamento condominiale, così come invece sarebbe previsto dalla legge. è stata proprio una sentenza della Corte di Cassazione a ribadirlo: le spese che riguardano il riscaldamento non si possono suddividere unicamente in base ai millesimi se sono presenti dei contabilizzatori di calore.

Bisogna quindi provvedere a un aggiornamento del regolamento condominiale e adottare il nuovo regime di pagamento basato sui consumi effettivi. Non è possibile inoltre fare appello a un’eventuale delibera della giunta regionale che preveda criteri di calcolo differenti, poiché la decisione della Cassazione e la legge sulla quale è basata hanno una valenza maggiore di un qualsiasi atto amministrativo.

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