È un periodo da dimenticare questo per Mario Oliverio. Il governatore della Regione Calabria si vuole ricandidare, ma il “suo” Pd ha scelto il civico Pippo Callipo. Venerdì ci sarà la presentazione ufficiale e, sull’altare dell’imprenditore calabrese, il Partito democratico è pronto a sfrattare Oliverio assieme a tutto il suo entourage, compresi un parlamentare (su due che il Pd ha in Calabria, ndr) e due segreterie provinciali “non allineate” alle decisioni di Nicola Zingaretti.

“Il candidato del Pd è uno: Callipo. Chi fa un’altra scelta si posiziona fuori dal Pd. Mi sembra un’ovvietà”. Le parole pronunciate lunedì dal commissario regionale del partito, Stefano Graziano, rimbombano ancora nella testa dei ras calabresi che da martedì mattina devono fare i conti con l’ennesima grana giudiziaria di Oliverio: la procura di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per corruzione nell’inchiesta “Lande Desolate” e per associazione a delinquere finalizzata a “commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione” nell’indagine “Passpartout” sui presunti appalti truccati e nomine telecomandate.

Lunedì a Oliverio è stata notificata la chiusura indagini nell’inchiesta sulla partecipazione della Regione Calabria al Festival di Spoleto che lo vede indagato con l’accusa di peculato assieme al presidente del cda della società “Hdra Spa” Mauro Lucchetti. In sostanza sono accusati di aver speso fondi pubblici con finalità privatistiche di promozione politica e per questo lo scorso agosto, su richiesta del procuratore Nicola Gratteri, dell’aggiunto Vincenzo Capomolla e del pm Graziella Viscomi, il gip aveva disposto il sequestro preventivo di oltre 95mila euro.

Per i magistrati, Oliverio e Lucchetti “si sono appropriati, distraendole dalle finalità loro proprie, dei fondi pubblici di cui al Piano di Azione e Coesione, mediante la partecipazione della Regione Calabria alla manifestazione ‘Festival dei due mondi in programma a Spoleto’ apparentemente finalizzata alla promozione turistica della Regione ed in realtà utilizzati per il finanziamento del talk show del giornalista Paolo Mieli, attraverso la società allo stesso riconducibile”.

In altre parole, soldi pubblici che dovevano servire “alla promozione ed alla commercializzazione della destinazione turistica della Calabria, mediante la partecipazione ad eventi a supporto delle politiche di accoglienza del turista”, in realtà sono stati utilizzati “a meri fini personali, serventi finalità esclusivamente private (la promozione della propria immagine quale politico in carica)”. Secondo i pm, che hanno coordinato l’inchiesta, si è trattato di “un’operazione di mero tornaconto politico per Oliverio (che ha avuto un vero e proprio endorsement della sua immagine, propagandata con i soldi pubblici) e un corrispettivo guadagno della Hdra Spa che ha avuto un finanziatore per il proprio talk-show”.

Nel registro degli indagati era stato iscritto anche l’ex parlamentare del Pd Ferdinando Aiello con l’accusa di essere “l’istigatore e determinatore della condotta”, ma la sua posizione è stata stralciata dalla Procura di Catanzaro secondo cui – si legge nelle carte dei pm – “Oliverio ha accettato di spendere denaro pubblico guidato dal solo interesse privato di promozione personale”. Ritornando ai fermenti in vista delle regionali, all’aut-aut del commissario dem Graziano che minaccia espulsione “eccellenti”, proprio lunedì Oliverio ha risposto a muso duro. Se da una parte non ha commentato la decisione del suo partito di sostenere Pippo Callipo, infatti, dall’altra il presidente uscente ha ribadito: “Naturalmente sono in campo e mi auguro che si possa costruire la massima unità possibile nel centrosinistra”. Ma anche nel centrodestra a sentire la proposta shock di Luigi Incarnato, segretario regionale del Partito socialista e braccio destro di Oliverio nella maggioranza che ha guidato la Regione negli ultimi 5 anni: “Con un progetto politico di ampio respiro – ha affermato – sarei disponibile a un’alleanza con Forza Italia”.

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