La procura minorile di Ancona ha chiesto l’archiviazione per due minori indagati nell’inchiesta sulla strage della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, in cui morirono cinque adolescenti e una mamma di 39 anni, schiacciati nella calca nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018. Uno dei due è il ragazzo (17 anni all’epoca dei fatti) accusato di omicidio preterintenzionale e lesioni perché gli inquirenti ritenevano che avesse usato lo spray al peperoncino durante il concerto di Sfera Ebbasta, mentre dell’altro minore finora non si era saputo nulla. I due non facevano parte della banda di ritenuta responsabile dei fatti.

La posizione del 17enne, residente a Senigallia e fermato in un’abitazione con altre due persone e un quantitativo di droga, si era già alleggerita dopo che erano emerse testimonianze che confermavano il suo alibi per quella notte. La scorsa estate invece era stata individuata la banda, composta da sei giovani tra i 19 e i 22 anni residenti nel Modenese, ritenuta responsabile di aver innescato il panico e la successiva la calca nel locale usando sostanza urticante per rubare catenine e monili nella confusione. Come era per esempio avvenuto a Torino durante la finale di Champions League il 3 giugno 2017. Anche in quel caso il panico scatenato provocò la morte di una donna e un migliaio di feriti.

Un modus operandi – quello della banda – impiegato dal gruppo in tante altre occasioni e in varie località. Arrestato con loro anche un 65enne che avrebbe acquistato i preziosi rubati. Nel filone principale dell’inchiesta della Procura di Ancona ci sono anche altre 17 persone, le cui responsabilità sono legate essenzialmente alle condizioni di sicurezza e ai controlli dell’immobile usato come discoteca, tra loro i proprietari dello stabile, i gestori della discoteca, un addetto alla sicurezza e altri ancora.

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