“Sono 20 i dispersi” del naufragio avvenuto sabato sera a un miglio dalle coste di Lampedusa. Così hanno riferito alla Guardia costiera i 149 migranti sopravvissuti al naufragio. Tra i dispersi si cercano anche i genitori di due minorenni che una volta tratti in salvo non avendo visto mamma e papà hanno dato l’allarme. Da allora continuano le ricerche. Così come per le mogli di un giovane eritreo e uno libico che sul molo Favaloro non hanno più trovato le due donne.

I soccorsi hanno recuperato i corpi senza vita di cinque donne: tre sono stati recuperati dalla motovedetta della Guardia costiera, mentre gli altri due cadaveri sono stati ritrovati a terra nella cala Galera e, dunque, trasportati a braccia per 4 chilometri dai soccorritori sul sentiero che collega l’insenatura con la strada.

Sono stati due pescatori ad avvisare ieri pomeriggio la capitaneria di porto della presenza del barcone. Stefano Martello e Calogero Sanguedolce hanno dato l’allarme consentendo così l’intervento tempestivo delle motovedette che sono riuscite a trarre in salvo 149 migranti. “Stavamo passeggiando lungo il tratto di costa che si affaccia su Cala Galera – racconta Stefano Martello – perché i pescherecci sui quali lavoriamo sono fermi a causa del maltempo. Quando abbiamo visto la barca navigare verso il porto abbiamo capito subito che le onde altissime stavano per fare capovolgere l’imbarcazione. Abbiamo chiamato la Capitaneria e le motovedette sono arrivate nel giro di pochi minuti. E’ stata questa tempestività a salvare i migranti che nel frattempo erano caduti in acqua, senza l’intervento immediato delle motovedette sarebbero tutti morti”. I militari, dopo pochi minuti, hanno individuato una piccola imbarcazione di circa 10 metri con circa un centinaio di persone a bordo che, probabilmente per le cattive condizioni meteo, si era capovolta.

Sull’accaduto interviene il sindaco dell’isola, Salvatore Martello: “Siamo stanchi di contare morti, e siamo stanchi di ritornare nell’oblio subito dopo avere finito di contarli. C’è bisogno di un’azione incisiva da parte del governo italiano e dell’Europa per bloccare i trafficanti di esseri umani. Lampedusa e il Mediterraneo non possono essere abbandonati a se stessi”.

Intanto è terminata “l’evacuazione medica complicata di 11 migranti della Open Arms davanti alle coste di Augusta. Ora attendiamo un porto sicuro per le 62 persone che sono ancora a bordo”, riporta l’organizzazione non governativa sulla loro pagine Twitter. La nave di Open Arms, che nei giorni scorsi ha tratto in salvo 73 persone, si trova al largo della Sicilia e attende il via libera per lo sbarco in un porto sicuro: “A bordo abbiamo una situazione molto critica – ha precisato Riccardo Gatti, capo missione, poche ore prima dell’evacuazione – abbiamo un ragazzo a cui hanno sparato. Dobbiamo richiedere l’evacuazione. Abbiamo anche persone con delle forti ustioni dovute alla benzina, abbiamo 26 minori in totale di cui 24 non accompagnati”. E ha aggiunto: “Siamo ormai nella zona della costa orientale siciliana. Siamo dovuti venire a proteggerci dal maltempo. Abbiamo ricevuto l’autorizzazione ad entrare nelle acque territoriali italiane per poterci mettere al riparo. Continuiamo a richiedere un porto sicuro anche all’Italia, come abbiamo fatto con Malta che non ci ha risposto”

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