Non siamo il partito degli ex”, assicura il consigliere regionale siciliano Luca Sammartino, recordman di preferenze nell’isola e uomo di punta di Italia Viva, la nuova creatura di Matteo Renzi. Nelle prossime ore, all’Assemblea regionale siciliana nascerà anche il gruppo parlamentare dei renziani freschi di Leopolda. Un gruppo di quattro consiglieri intanto, poi si vedrà. “Perché attorno a noi la curiosità è tanta, da ogni parte”, assicura il politico catanese che ha deciso quindi di lasciare il Partito democratico nel quale militava da quattro anni. Una scelta annunciata. Pochi giorni fa infatti Valeria Sudano, parlamentare a lui politicamente assai vicina, nipote dell’ex senatore Dc Mimmo Sudano e “amica” di Totò Cuffaro (la definizione è dell’ex governatore), aveva lasciato i dem per aderire al nuovo gruppo renziano alla Camera.

Dall’Udc a Italia Viva – Non siamo il partito degli ex, dice Sammartino. Ma di sicuro la storia politica dei renziani di Sicilia è piuttosto variegata. Diciamo pure che i renziani siciliani si sono convertiti sulla via dello Leopolda dopo un lungo peregrinare condito da numerosi cambi di casacca. Lo stesso giovane consigliere regionale è stato eletto, giovanissimo, all’Ars tra le file dell’Udc dell’ex ministro Gianpiero D’Alia. Sempre nella coalizione di centrosinistra, a ben vedere, visto che i post democristiani in quell’occasione appoggiarono la corsa e il governo di Rosario Crocetta, poi messo “in croce” dal luogotenente di Renzi in Sicilia, Davide Faraone mentre diversi assessori renziani sedevano nella giunta siciliana. Partecipare e criticare, una opposizione interna alla maggioranza. Uno schema non molto dissimile, a guardar bene, da quello mostrato oggi dagli esponenti di Italia Viva nei confronti del governo giallorosso. Dopo l’Udc e prima della rielezione all’Ars col Partito democratico di rito renziano, Sammartino insieme ad altri transitò in uno di quei partiti-navetta che in Sicilia, in ogni legislatura, nascono con lo scopo nemmeno troppo celato di modificare i numeri delle maggioranze. Mettendo dentro, magari, un po’ di gente dell’altra coalizione: parlamentari pronti a saltare il fosso per appoggiare chi governava in quel momento.

Micciché e Cardinale – Ne sa qualcosa un altro dei componenti del nuovo gruppo di Italia Viva in Sicilia. Edy Tamajo, infatti, che vanta anche una esperienza col Pdl e ha nel curriculum un passato da consigliere comunale con l’Udc di Cuffaro da cui poi si separerà. Sette anni fa si candidò con un partito che portava il nome di “Grande Sud”: era una formazione politica creata da Gianfranco Micciché. Poco dopo l’approdo all’Ars col partito del berlusconiano, Tamajo appunto salutò tutti per andare in un altro partito che all’epoca sembrava l’ennesima scialuppa di cambiacasacca: Sicilia Futura. Il cui padre fondatore e guida per anni è stato l’ex ministro centrista Totò Cardinale, impegnato nel mantenimento di questa forza che presto si rivelò essere “para renziana”, in grande sintonia con Luca Lotti e, attraverso i suoi componenti, assidua frequentatrice delle Leopolde sicule organizzate da Faraone. Al momento, però, Cardinale sembra fuori dalla partita di Italia viva, nonostante la scelta della figlia Daniela di abbandonare il gruppo del Pd alla Camera.

La kermesse di Catania – Sicilia Futura intanto esiste ancora, all’Ars. E a guidarla oggi è un altro consigliere catanese. Si tratta di Nicola D’Agostino. Anche lui da anni si muove all’interno del perimetro del centrosinistra, ma attraverso fasi diverse. D’Agostino fu infatti anche il capogruppo del Movimento per l’autonomia fondato dall’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, oggi a processo per concorso esterno in mafia. Prima nomina a Sala d’Ercole, invece, nel 2017 per il siracusano Giovanni Cafeo. Anche lui come Sammartino abbandona il Pd e raggiunge i due consiglieri di Sicilia Futura per dare vita al gruppo di Italia Viva. Che presto potrebbe crescere. “Guardiamo ai liberali, ai riformisti, ai cattolici” spiega Sammartino. E qualcuno, dai banchi di Forza Italia e da quelli dei partiti centristi sembra ci stia facendo più di un pensierino. Nei giorni scorsi sembrava che persino Micciché, lo storico vicerè di Berlusconi, potesse passare coi renziani. Poi però il diretto interessato aveva smenttio seccamente. Intanto, Italia Viva annuncia una kermesse il 16 novembre proprio a Catania.

I neo renziani sul territorio – Proprio nel consiglio comunale etneo, così come in quello di Palermo si registra qualche movimento. Presto anche lì potrebbero sorgere i gruppi consiliari di Italia Viva. Nel capoluogo potrebbero farne parte anche esponenti vicini al sindaco Leoluca Orlando. E a proposito di sindaci, il partito di Renzi sembra molto impegnato nella caccia agli amministratori locali. “Anche a loro ci rivolgiamo”, spiega Sammartino che nella parte orientale dell’Isola potrebbe essere seguito da diversi primi cittadini: Vincenzo Magra di Mascalucia), Santi Rando di Tremestieri, Marco Rubino di Sant’Agata li Battiati, Carmelo Corsaro di San Gregorio, Carmelo Scandurra di Aci Castello. Intanto ha pubblicamente aderito un giovane sindaco eletto con un movimento civico: Saverio Bosco, di Lentini in provincia di Siracusa, ha detto sì al progetto di Renzi. Che non è il partito degli ex. Ed è nato pochi giorni fa. Ma che ha già un “passato” variopinto.

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