“Una nonnetta” usata come “avanguardia e maschera” per scopi politici. È la definizione che il segretario della Lega di Lecce, Riccardo Rodelli, ha dato della senatrice a vita e sopravvissuta alla Shoah, Liliana Segre, in un comunicato in cui si schiera contro la commissione istituita da Palazzo Madama per limitare le espressioni di odio razziale, intolleranza, antisemitismo sui social e sul web bollandola come “una trappola”. Le sue parole hanno scatenato molte polemiche sul web e hanno portato Rodelli a dimettersi, con il segretario provinciale della Lega a Lecce, Gianni De Blasi, che ha azzerato il direttivo cittadino del partito: “Rodelli si è dimesso – ha spiegato all’Ansa De Blasi – assumendosi per intero la responsabilità di quanto detto sulla senatrice Segre. Erano parole a titolo personale. Io ho azzerato completamente il direttivo di cui assumo la reggenza perché ritengo che bisogna dare un segnale forte”. “Il partito non ne sapeva nulla – evidenzia De Blasi – la Lega è contro l’odio e contro ogni forma di antisemitismo. Siamo antirazzisti“.

Nel testo, Rodelli scrive che Segre sarebbe un personaggio “che non può essere attaccato, una vecchietta ben educata, reduce dai campi di concentramento, mai eletta. La Mrs. Doubtfire di Palazzo Madama”. Ma motti come “prima gli italiani”, continua, sono serviti per far sentire gli italiani “ascoltati, rettamente interpretati, novità unica nella storia repubblicana, accennata solo dal berlusconismo, ma senza reali conseguenze passate le elezioni, addirittura rappresentati. Ovvio che qualcuno, la Casta, l’Establishment, il Padronato, chiamatelo come volete, cominciasse ad allarmarsi di tutte queste ‘parole in libertà’. Del resto – prosegue Rodelli – le rivoluzioni si inaugurano con le nuove parole, le dittature con l’abrogazione, la proibizione, la mutazione delle parole. Ovvio che corra ai rimedi, ovviamente ammantati dei più santi e venerabili principi provvisori che contraddistinguono la loro etica imputridita di doppiopesismo e doppia e magari tripla morale”.

La commissione Segre, a suo dire, rappresenta quindi “il ricatto, l’estorsione perfetta. L’avvertimento minaccioso e sinistro col quale ti tapperanno la bocca. Perché non puoi dire più niente, devi chinare la testa, tacere, accettare di bere sino in fondo il calice dell’amarezza. E allora che significa ‘Commissione sull’Antirazzismo e l’odio’? La verità è nelle ultime inquietanti parole della nonnetta, a nome del Pd che l’ha redatta, dove per odio, razzismo e intolleranza si intende ‘ogni forma’ di ‘nazionalismo’, ‘etnocentrismo’ e similia. In pratica: il ‘prima gli italiani’ e solo quello. Sono Salvini e i salviniani l’unico scopo. Come è Salvini il solo scopo di questo governo. Il suo internamento in un solitario campo di concentramento dove, attenti agli altri, molti potrebbero andare a fargli compagnia per un commento su Facebook“.

Il “solitario campo di concentramento” di cui parla il salviniano leccese sarebbe, specifica nel comunicato “una black list in cui inserire persone autonome o di partito che, in virtù di un principio ragionevole che è quello sintetizzato nel ‘prima gli italiani’, si pongono in netto contrasto con le politiche migratorie senza regole e tutte quelle subculture che costituiscono il vero oppio dei popoli, perché vivono grazie al senso di colpa che viene inculcato su chi osa porre delle differenze senza voler per questo discriminare. Vogliono un mondo di ‘diversi’ ma pretendono che siano tutti uguali, non nei diritti ma nel conformismo autoritario. Esaltano le diversità ma poi non vogliono un mondo di diversità, ché per questo il mondo è bello”.

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