Il giorno della verità per 772 ex senatori è vicino. Il 4 novembre la commissione Contenziosa di Palazzo Madama deciderà se il taglio dei vitalizi è legittimo o meno. Un tribunale interno la cui sovranità è assicurata dall’autodichia che governa le due Camere. Sul quale però pende la pesante accusa di conflitto d’interessi. Ad avanzarla sono i parlamentari del Movimento 5 stelle. Dopo che il 29 ottobre il blog aveva lanciato l’allarme, adesso è la vicepresidente del Senato Paola Taverna a intervenire. “Allarme conflitto d’interessi per due giudici della Commissione contenziosa del Senato che il 4 novembre dovrà esaminare i ricorsi di 772 ex senatori e decidere sulla conservazione dei loro odiosi privilegi. Privilegi che qualche decennio fa le Camere si autoassegnarono ingiustamente, ricordiamolo che non fa mai male”, dice la senatrice del M5s. “Ora – continua – il punto è che esiste uno strano giro di amicizie, un nebuloso intreccio di simpatie che ci preoccupa rispetto all’imparzialità del giudizio. Sapevamo che qualche nostalgico avrebbe tentato la via dell’autoconservazione ma sarebbe davvero un brutto segnale fare un passo indietro nel percorso che ha riavvicinato i cittadini alle istituzioni”.

Il riferimento della Taverna è legata a una notizia pubblicata da il Fatto Quotidiano e la Notizia. “Lo strano giro di amicizie“, si riferisce a uno dei 772 senatori che hanno fatto ricorso contro il taglio del vitalizio: Nitto Palma, ex ministro della giustizia di Silvio Berlusconi, ora capo di gabinetto della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. È stata proprio la seconda carica dello Stato a volere come presidente della commissione Contenziosa Giacomo Caliendo, senatore di Forza Italia da tre legislature, sottosegretario alla giustizia proprio quando il ministro era Palma. E chi era l’altro sottosegretario in via Arenula? Ovviamente Casellati, che oggi ha nominato Palma capo di gabinetto e Caliendo al vertice della commissione Contenziosa. Casellati, Palma e Caliendo erano poi membri fissi della commissione giustizia ai tempi in cui il governo Berlusconi studiava il legittimo impedimento e l’incostituzionale lodo Alfano. Adesso Caliendo dovrà decidere il futuro degli assegni degli ex senatori. Compreso quello dell’amico Palma, che si è visto tagliare di 800 euro i 6.200 euro di vitalizio.

Una decisione difficile quella alla quale è chiamato Caliendo. Che però non è solo. Della Commissione, infatti, fa parte anche una altra vecchia conoscenza di Palma: cioè il membro laico Cesare Martellino, ex magistrato che con Palma ha lavorato alla procura di Roma, e secondo La Notizia anche all’ufficio indagini della Federcalcio e persino nel comitato organizzatore dei Mondiali di Italia ’90. Insieme a Caliendo e Martellino, dovranno esprimersi sul taglio ai vitalizi anche il leghista Simone Pillon, la cinquestelle Elvira Evangelista e l’avvocato Alessandro Mattoni. Sono loro che dovranno decidere se il taglio dei vitalizi è legittimo.

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