Rating e outlook confermati: Standard&Poor’s non cambia il proprio giudizio sull’Italia (BBB e outlook negativo) ma promuove l’iniziale azione del governo: da quando si è insediato sono stati compiuti “progressi su vari fronti” e i target fissati nella Manovra sono “credibili”. Per Roma la sfida – osserva l’agenzia di rating – è come aumentare l’occupazione e la crescita a fronte dei vincoli di bilancio e politici di vecchia data.

La crescita, secondo Standard&Poor’s, resta però al palo: il pil è atteso crescere quest’anno dello 0,1% e il prossimo dello 0,4%, rendendo l’Italia “il terzo Paese con crescita più bassa” fra quelli seguiti dall’agenzia “dopo Turchia e Argentina”. Alla base della debole perfomance ci sono “numerose” ragioni, dalle rigidità del mercato del lavoro al peso delle tasse sull’economia formale, dall’invecchiamento della popolazione alle banche che continuano ad avere a che fare con elevati livelli di non performing loan.

Le stime di crescita di Standard&Poor’s incorporano il reddito di cittadinanza, il cui impatto sarà di 0,2 punti percentuali al pil quest’anno e il prossimo, mentre gli investimenti pubblici contribuiranno per altri 0,1 punti percentuali al pil durante il 2019.

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