Il Cile tenuto in scacco dalle proteste di piazza. Dal 14 ottobre centinaia di giovani sono scesi in strada e hanno assalito diverse stazioni di Santiago per manifestare contro l’aumento del prezzo dei biglietti della metropolitana, con almeno 16 dipendenti della società di trasporti che sono rimasti feriti. Nella tarda serata del 18 ottobre, nel centro della capitale il palazzo dell’Enel è stato incendiato: ad appiccare le fiamme sono stati alcuni sconosciuti saliti al 16esimo piano dalle scale esterne di emergenza. La situazione ora è sotto controllo, ma l’edificio è completamente distrutto e c’è pericolo per possibili crolli.

Non ci sono state vittime, ma le fonti locali descrivono un contesto di gravi disordini, con attacchi che si ripetono da giorni. Il presidente Sebastián Piñera ha dichiarato lo stato di emergenza e il servizio metro a Santiago del Cile è stato sospeso con seri disagi, dopo che gli studenti delle scuole superiori hanno invaso alcune stazioni saltando oltre i tornelli, evitando i controlli e compiendo atti vandalici. “Ho dichiarato lo stato di emergenza e, a tal fine, ho nominato il maggiore generale Javier Iturriaga del Campo a capo della difesa nazionale, in accordo con le disposizioni della nostra legislazione sullo stato di emergenza”, ha affermato Piñera.

Nella serata di venerdì, la protesta si è diffusa in tutta Santiago: immagini televisive hanno mostrato studenti e altre persone attaccare veicoli della polizia, lanciare pietre e bruciare almeno un autobus, oltre a scene di distruzione e vetri frantumati all’interno di varie stazioni della metropolitana. La polizia, che aveva cercato di sedare le proteste con gas lacrimogeni, ha poi abbandonato i luoghi delle violenze. Il ministro dei trasporti Gloria Hutt, che si è finora rifiutata di abbassare le tariffe, ha detto che è possibile che la metro torni a funzionare in modo graduale la prossima settimana.

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