Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato la richiesta di referendum abrogativo per cancellare la quota proporzionale prevista nella legge elettorale nazionale. E’ così raggiunta la soglia delle cinque Regioni necessarie per ottenere la consultazione popolare voluta dalla Lega. Dopo Friuli, Veneto, Lombardia e Sardegna, infatti, è arrivato questa sera il via libera, al termine di tre giorni di sedute fino alla mezzanotte. A favore del documento del Carroccio tutto il centrodestra, inclusa Forza Italia. Centrosinistra e M5s al momento del voto hanno lasciato l’aula. Le opposizioni hanno fatto di tutto per impedire al Piemonte di approvare il documento, ma il contingentamento dei tempi imposto dal centrodestra questa mattina ha fatto gettare la spugna all’opposizione. “Se ci impedite di fare la battaglia che avremmo voluto noi ci fermiamo qui, non facciamo perdere tempo ai piemontesi”, ha annunciato il capogruppo del Pd Domenico Ravetti a nome delle minoranze, i cui esponenti sono poi rimasti in aula senza più illustrare né votare gli oltre 200 emendamenti che avevano presentato, lasciando al centrodestra il lavoro di respingerli.

“Sono soddisfatto – ha commentato il governatore azzurro Alberto Cirio – chiediamo una legge elettorale chiara, per cui chi vince le elezioni governi”. E se il forzista è soddisfatto, chi ride ancora di più è il leader del Carroccio Matteo Salvini, tra i primi a festeggiare a Genova, sul palco della festa del partito, il raggiungimento della quota di Regioni necessarie per ottenere il voto popolare già l’anno prossimo (la scadenza era il 30 settembre). “Mi è arrivato un messaggio dal presidente della Regione Piemonte, è ufficiale: la primavera prossima avremo un referendum sul maggioritario, finalmente potranno votare 60 milioni di italiani, chi vince governa, chi perde non rompe le palle. State tranquilli – ha continuato – proveranno a fermare anche questo referendum, ma raccoglieremo milioni di firme”, ha detto.

Inutile, a questo punto, l’iter avviato anche dalla Regione Abruzzo, dove le liti tra maggioranza e opposizione sul contingentamento dei tempi avevano reso necessario persino l’intervento dei carabinieri.

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