È più cholista del Cholo la Juve di Sarri, che con difesa solida e contropiede sfiora la vittoria al Wanda Metropolitano all’esordio in Champions . Di sarrista c’è ancora molto poco nella Juventus, giusto Higuain tornato ai livelli di generosità e importanza di Napoli, e alcune fasi di possesso, il resto è pragmatismo allegriano. Importantissimo per i bianconeri ancora una volta uno che era in lista di sbarco fino alle ultime ore di mercato: Matuidi, uomo perfetto per arginare gli eventuali contropiedi cui si espone il gioco di Sarri e pronto a inserirsi quando gli attaccanti palleggiano. Il francese è il migliore in campo di gran lunga assieme a Higuain: copre, segna, sfiora la doppietta mentre l’argentino offre un cioccolatino a Cuadrado che mette nel sette il vantaggio bianconero.

Matuidi raddoppia con un’altra azione più allegriana o cholista che sarrista. Ma gli uomini di Simeone dimostrano ancora una volta la tenacia del loro allenatore, nella maniera più classica: sfruttando i calci piazzati. Gimenez dimostra di valere Godin in elevazione e Savic, ex viola, accorcia le distanze. Ci pensa Herrera, centrocampista messicano oggetto del desiderio di Sarri ma non di Adl ai tempi di Napoli, a pareggiare da calcio d’angolo allo scadere fissando il punteggio sul 2 a 2 finale. È buona la prova della Juve che avrebbe meritato la vittoria e l’ha sfiorata clamorosamente nei minuti finali, con Ronaldo a seminare il panico e sfiorare il palo.

Parzialmente buona la prova di De Ligt, per la prima volta da quando è alla Juve. Interessante il confronto tra numeri 7 che pare un passaggio di testimone: da un lato Ronaldo, solo anagraficamente 34enne e sempre pericoloso, dall’altro Joao Felix, una sorta di cantastorie ventenne che palla al piede scrive e recita poesie in mezzo al campo, con piccole sbavature, ma il sentore è che presto diventeranno capolavori. Ma il pareggio finale è una commedia beffarda per i bianconeri che solidi e cinici prendono una rimonta immeritata che tuttavia lascia intatto il discorso qualificazione. La sensazione è che i bianconeri in chiave Champions abbiano la possibilità di aspettare l’evoluzione sarrista potendo contare, comunque, sulla solidità di anni vissuti all’insegna del pragmatismo. Pesa, e parecchio, l’assenza di Chiellini, con un De Ligt ancora acerbo e un Danilo che è validissimo in supporto alle azioni offensive, ma poco convincente in copertura e nelle uscite. Una Juve in pieno controllo, per lunghi tratti, a Madrid tuttavia lascia intendere che c’è un potenziale enorme nelle mani di Sarri: un potenziale che può riservare ai bianconeri un ruolo da protagonista nella competizione.

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