“Ero ossessionato da lei, mi ha detto che non ci saremmo più visti. Che sarebbe stata l’ultima volta. Ho perso la testa e l’ho strangolata“. Così Massimo Sebastiani, 45 anni, accusato di omicidio e occultamento di cadavere per la morte di Elisa Pomarelli, ha confessato, dicendosi “pentito”, di aver ucciso l’amica 28enne, come riporta il Corriere della Sera. Il cadavere della ragazza è stato poi recuperato sabato, proprio grazie alle indicazioni del 45enne. L’uomo è stato rintracciato dopo una fuga di 15 giorni: i due, infatti, erano scomparsi dalla provincia di Piacenza dal 25 agosto, giorno in cui erano stati visti per l’ultima volta a pranzo insieme. Ancora da chiarire i contorni della vicenda. Solo dopo l’interrogatorio di convalida del fermo di Sebastiani, ora in carcere a Novate, si potranno avere maggiori dettagli di quanto successo. Intanto, però, anche un altro uomo è finito in carcere per l’omicidio della 28enne: Silvio Perrazzi, padre di un’ex compagna del 45enne, indagato per favoreggiamento. Secondo gli inquirenti, infatti, avrebbe aiutato Sebastiani ad eludere le ricerche, offrendogli un giaciglio dove nascondersi per alcuni giorni.

Elisa è stata uccisa due volte, come donna e come lesbica, perché ha rifiutato il suo assassino”, ha commentato ieri il Gay Center. “Un femminicidio premeditato e compiuto come atto punitivo per Elisa, in quanto donna lesbica. Quanto accaduto dimostra quanto siamo indietro sui diritti delle donne e delle persone lesbiche, gay e trans”, ha continuato il portavoce Fabrizio Marrazzo, sostenendo la necessità di una “legge contro l’omofobia”. Proprio la sessualità della 28enne, e il conseguente rifiuto, secondo gli inquirenti, potrebbe essere stato il movente che avrebbe portato il 45enne a compiere il gesto estremo.

In realtà, secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, si sarebbe trattato di un impeto, e non di una premeditazione. I due, infatti, dopo aver pranzato insieme a Ciriano di Carapaneto, sarebbero andati verso casa di Sebastiani. Qui sarebbe scoppiata una lite, forse proprio a causa dell’ennesimo rifiuto, tanto che lei avrebbe cercato di andarsene da sola, facendo l’autostop lungo la provinciale per Piacenza. Qui però il 45enne l’avrebbe nuovamente raggiunta, facendola salire in auto e riportandola verso l’abitazione. Al culmine di un’altra lite sarebbe avvenuto l’omicidio, forse all’interno dello stesso pollaio in cui i Ris hanno raccolto tracce nei giorni scorsi. Dopo lo strangolamento, Sebastiani avrebbe caricato il cadavere nel bagagliaio della sua auto, cominciando una serie di giri, forse proprio per depistare. Il 45enne è stato infatti visto diverse volte dopo l’ora presunta dell’omicidio: all’interno di un bar, poi ripreso da alcune telecamere in una stazione di servizio e poi di nuovo a cena fuori, con un’altra donna. Poi si è dato alla fuga, prima sopravvivendo alcuni giorni nei boschi, che conosceva molto bene, poi presumibilmente proprio a casa dell’ex suocero, Perrazzi. Conferme a questa ricostruzione sono attese anche dall’autopsia che si svolgerà nelle prossime ore. Dopo essere stato fermato Sebastiani ha condotto le forze dell’ordine sul luogo in cui aveva sepolto il cadavere di Elisa: in un terreno impervio, scavando una buca poco profonda, ma ben nascosta.

I due si erano conosciuti sul lavoro e tra loro era subito nato un rapporto di amicizia, complice la passione di entrambi per la campagna. Lei, impiegata nella ditta del padre, si occupava di assicurazioni, mentre lui era un tornitore.

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