È pronto a sabotare il nascente governo M5s-Pd. In che modo? “Lo sotterrerò sotto milionate di emendamenti“. Parola di Roberto Calderoli. L’ex ministro per le Riforme ed ex vicepresidente del Senato è pronto a dare battaglia al governo giallorosso e, da esperto di regolamenti parlamentari, annuncia l’intenzione di piazzare varie “trappole” sul percorso dell’esecutivo. “La Lega è l’unica forza politica in grado di fare davvero opposizione. A Palazzo Madama la maggioranza è risicata e noi controlliamo molte commissioni. Se anche l’esecutivo dovesse nascere, sarà facile metterlo in difficoltà. Non durerà”, dice il senatore del Carroccio in un’intervista a Libero.

Ma le commissioni possono bloccare il Parlamento? “Bloccare è una parola grossa. Metterne in seria difficoltà il lavoro, invece, sì. Il presidente è quello che convoca le sedute della Commissione, riunisce l’ ufficio di presidenza che deve decidere il calendario delle discussioni e se questo non viene votato all’unanimità deve andare in Commissione. E qui, non in tutte Pd e M5s hanno la maggioranza, quindi dovranno trattare e perdere tempo. Molto tempo”, spiega l’ex ministro di Silvio Berlusconi, inventore del Porcellum. Che poi, ridendo, rivendica: “Il nuovo regolamento di palazzo Madama l’ho scritto io. Mostrerò a Conte e a suoi ministri cose che nemmeno si immaginano”.

Secondo Calderoli il punto debole del governo sarà al Senato. “Questo governo rischia di cadere in Senato già sul voto di fiducia. Immaginiamo che lei sia già lì, matita in mano, a far di conto e studiare strategie”. Quindi ricorda i precedenti: “Dal primo governo Prodi in poi tutti gli esecutivi hanno ballato al Senato. E non parlo solo dei voti in Aula, ma anche di quelli nelle Commissioni. Così, per sopravvivere, tu vai a cercare voti qua e là. Voti che però hanno un costo politico e quando il giochino si rompe, vai a casa”, è il suo ragionamento. Ma Matteo Salvini ha fatto bene a rompere con i 5 stelle? “Non bene, benissimo. Era da marzo che l’atteggiamento dei Cinquestelle era cambiato. Le faccio degli esempi, alcuni dei quali non sono stati colti da tutti: i grillini non hanno mai voluto condannare Maduro. Non hanno battuto ciglio quando, grazie all’ accordo della Via della Seta, la Cina di fatto si è comprata il porto di Trieste e non si sono indignati quando in Libia è stato bombardato un ospedale. Fino al capolavoro finale con il voto a favore della presidente della Commissione europea. Per non parlare della ridicola riforma della giustizia. No, sinceramente così non si poteva più andare avanti”.

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