Sono tre le indagini aperte dopo il suicidio di Jeffrey Epstein. Una degli agenti dell’Fbi, una del ministero della giustizia (da cui dipende il sistema carcerario federale) e una dell’ufficio del medico legale della città di New York.
Si cercano di appurare innanzitutto le circostanze che hanno portato il 23 luglio a togliere la sorveglianza speciale a un detenuto aveva già tentato di togliersi la vita ai primi di luglio, dopo l’arresto e dopo che il giudice rifiutò la richiesta degli arresti domiciliari. Non è del tutto chiaro – raccontano alcune fonti – se i segni sul collo rinvenuti allora fossero il risultato di un tentato suicidio o quello di un’aggressione. Epstein raccontò di essere stato aggredito e chiamato “pedofilo”, ma le autorità carcerarie lo misero comunque sotto osservazione per timore suicidio. Il Metropolitan Correctional Center di New York, dove era detenuto il miliardario in attesa di giudizio per una serie di accuse, dagli abusi allo sfruttamento della prostituzione al traffico di minori, è considerato uno dei più sicuri del paese. Ed è anche per questo che infuriano le polemiche per la sua morte. Per il sindaco di New York e aspirante candidato democratico alla Casa Bianca, Bill de Blasio “è fin troppo conveniente” il fatto che Epstein non possa più coinvolgere altre persone. “Quello che molti di noi vogliono sapere è, cosa sapeva?”, ha chiesto parlando con i giornalisti nell’Iowa. “Quanti milionari e miliardari erano coinvolti nelle attività illegali cui ha preso parte anche lui? Ebbene, questa informazione non è morta con Jeffrey Epstein. Bisogna indagare“.

Il primo cittadino di New York non si spiega poi come sia possibile che il detenuto non fosse sottoposto ad una vigilanza ravvicinata dopo il primo sospetto tentativo di suicidio il mese scorso. Secondo il New York Times, dopo un primo periodo di sorveglianza ravvicinata, Epstein non ha più avuto questo tipo di controlli. “Ma come è possibile che non sia sotto protezione speciale? Cosa sta succedendo qui? Credo che questa sia una domanda per la quale dobbiamo avere una risposta esauriente”.

Il miliardario, che rischiava una condanna fino a 45 anni, è accusato di pedofilia e traffico di minori. Poche ore prima erano depositate le carte dell’inchiesta presso la corte che avrebbe dovuto giudicarlo, con i dettagli più imbarazzanti e più scabrosi emersi durante le indagini grazie alle testimonianze delle vittime. Decine di donne adescate e trasformate in “schiave del sesso”, alcune anche all’età di 14 anni, pronte a soddisfare ogni desiderio del magnate che – si legge tra l’altro – pretendeva tre orgasmi al giorno e prediligeva le orge organizzate nella sua townhouse da sogno nel ricchissimo Upper East Side di Manhattan o nella sua reggia di Palm Beach in Florida, a due passi dal resort di Mar-a-Lago di Donald Trump. Proprio sulle frequentazioni molto potenti di Epstein si è concentrata parte delle indagini degli investigatori: perché anche se oggi tutti prendono le distanze, il nome del finanziere è stato di volta in volta associato negli anni a Bill Clinton, a Donald Trump, al miliardario Les Wexner, proprietario di Victoria Secret, e altre personalità del mondo della politica e della finanza.

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