Quindici delfini trovati morti lungo le coste della Toscana solo nel mese di luglio, trentatré i casi dall’inizio dell’anno. Lo scorso anno erano stati trovati spiaggiati 23 cetacei di cui 20 delfini, mentre nel 2017 furono 48 di cui 41 delfini. Dopo gli episodi degli ultimi giorni, su cui si stanno ancora svolgendo gli accertamenti per capire le cause della morte. L’ultimo caso è quello del piccolo morto al largo del porto di Viareggio, vegliato dalla mamma e dalla sorella nel cosiddetto Santuario dei Cetacei.

I militari della Guardia Costiera e un biologo, allertati da un velista, il 31 luglio hanno trovato in mare un piccolissimo esemplare di delfino tursiope femmina, di non più di tre mesi di vita e probabilmente ancora in fase di allattamento, che, insieme alla madre, stava accanto alla carcassa del delfino morto, lungo meno di 140 centimetri. C’è voluto un po’ di tempo, circa quaranta minuti, prima che i militari riuscissero a recuperare il corpo: a ogni tentativo, hanno raccontato, gli altri due esemplari di sesso femminile si agitavano e si disperavano. 

Secondo la Guardia Costiera, la morte del piccolo esemplare di delfino, avvenuta poche ore prima del ritrovamento, non è correlata ad un impatto diretto con l’uomo come collisione con barche, attività di pesca o ingerimento di plastiche. Il delfino è stato consegnato a ricercatori dell’Università di Siena e le analisi verranno svolte anche in collaborazione con Arpat e Istituto Zooprofilattico di Pisa. Sempre il 31 luglio un altro delfino è stato trovato spiaggiato in decomposizione a Capoliveri, sull’isola d’Elba. Il 29 luglio due tursiopi sono stati rinvenuti in stato di decomposizione a Livorno e a Bibbona, mentre un terzo, una stenella, è stato ritrovato all’Isola del Giglio.

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