“Vuoi fare il bagno? A che ora hai mangiato? Devi aspettare almeno due ore, meglio tre”. Ogni estate frasi come queste sono un tormentone sulle spiagge italiane. Perché tutti impariamo fin da piccoli che fare il bagno a stomaco pieno è pericoloso, anche se i più audaci sostengono che si rischiano problemi solo se si fa il bagno durante la digestione, mentre è possibile buttarsi in acqua appena mangiato.

In ogni caso, le mamme italiane non amano correre rischi, e di conseguenza migliaia di bambini (e non solo bambini) aspettano più o meno impazientemente l’ora canonica del tuffo. Una precauzione necessaria? Non proprio. In realtà, dovrebbe già destare qualche sospetto il fatto che l’abitudine di bagnarsi a distanza dai pasti sia un’esclusiva italiana. E’ capitato a molti di fare il bagno con un amico straniero, e di vederne lo sguardo scettico quando sente enunciare la fatidica regola delle due ore.

Il problema è che tanta prudenza sembra non avere solide basi scientifiche: è vero che fare uno studio controllato per verificare il rischio del bagno subito dopo mangiato è praticamente impossibile, o almeno scarsamente etico, ma è altrettanto vero che nelle statistiche sui casi di annegamento non compaiono praticamente mai informazioni che si riferiscono all’orario dei pasti o agli alimenti consumati. Tanto che da qualche anno i pediatri dell’Uppa ricordano che fare il bagno dopo aver mangiato non aumenta il rischio di annegamento. E anche il pericolo che l’ingresso in acqua provochi una congestione, il blocco digestivo dovuto a un improvviso sbalzo termico, potrebbe non avere conseguenze così gravi: è vero, spiegano i pediatri, che un colpo di freddo allo stomaco può provocare disturbi gastrointestinali e nei casi più gravi nausea o svenimento, ma il problema riguarda più gli adulti che i bambini, e comunque in questo caso il malessere si manifesta progressivamente lasciando il tempo di uscire dall’acqua. Se poi buttarsi in acqua dopo un pasto abbondante non fa bene alla salute – come non farebbe bene fare ginnastica o giocare a calcio – bisogna considerare che un pranzo sostanzioso, specie se a base di proteine, ha tempi di digestione più lunghi rispetto a uno spuntino o a una colazione.

Un’altra voce autorevole e rassicurante è quella del pediatra Alberto Ugazio dell’ospedale Bambin Gesù di Roma, il quale ricorda come l’organismo sia in grado di ricompensare lo choc termico causato dall’immersione in acqua fredda, anche dopo mangiato. Per chi volesse essere particolarmente prudente, Altroconsumo segnala alcune regole per bagnarsi senza rischi.

Qualche precauzione, infatti, non guasta. Una cosa da evitare, per esempio, è l’impatto improvviso dell’acqua fredda sulla testa quando si è accaldati, perché può provocare un pericoloso abbassamento di pressione. Per non correre rischi basta immergersi gradualmente, oppure fare una doccia fresca o sciacquarsi la faccia e la testa prima di tuffarsi. E poi, prudenza: la maggior parte di morti per annegamento sono giovani maschi, un dato collegato secondo l’Oms alla diffusione tra i ragazzi di comportamenti pericolosi, come fare il bagno da soli o dopo aver consumato alcol. Il collegamento tra consumo di alcolici e rischio di annegamento, in particolare, è ben dimostrato: negli Stati Uniti il 70% degli adulti morti in acqua aveva consumato alcol prima di tuffarsi.

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