Dopo la morte di Cosimo Massaro, per cui risultano già nove persone indagate, nella tarda serata di ieri si è trovato un accordo per dare avvio a una serie d’interventi per la sicurezza dello stabilimento di Taranto. Per giungere alla firma del verbale d’accordo al Mise, ci sono volute nove ore d’incontro tra il ministro Luigi Di Maio, i rappresentanti di ArcelorMittal e i sindacati. A metà pomeriggio Marco Bentivogli, segretario generale della Cisl-Fim, parlava di “un incontro altamente insoddisfacente”. Ma al termine della serata è Rocco Palombella, segretario Uilm, a spiegare i termini dell’accordo: “Il verbale impegna ArcelorMittal a verificare e monitorare tutte le aree d’insicurezza dello stabilimento e poi ci sarà una task force di organi ispettivi che sarà all’interno dell’ex Ilva per verificare le condizioni di pericolo”.
“Tutto questo è avvenuto però dopo una trattativa troppo lunga. Ci aspettavamo un atteggiamento più collaborativo da parte dell’azienda” racconta Valerio D’Alò della Fim-Cisl. Usb non ha sottoscritto la faticosa intesa raggiunta al Mise: “C’è stato un omicidio di un lavoratore. Lo stabilimento non ha le condizioni minime di sicurezza e ci saremmo attesi un’azienda che rilanciava con investimenti , così non è stato e noi restiamo convinti che quell’impianto debba essere chiuso e poi riconvertito”.
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