L’ultimatum è scaduto: l’Iran è pronto a ricominciare ad arricchire il suo uranio, violando gli impegni presi nell’ambito dell’accordo sul nucleare siglato nel 2015 e dando seguito alle minacce lanciate nei giorni scorsi. Mercoledì infatti, il presidente Hassan Rohani aveva annunciato che da domenica 7 luglio Teheran avrebbe ricominciato ad arricchire l’uranio in suo possesso a oltre il 3,67%, limite fissato dall’accordo internazionale, come risposta al ritiro degli Stati Uniti dal patto e alla reintegrazione delle sanzioni nei suoi confronti da parte di Washington. E così è stato. “Nell’ultimo anno abbiamo dato abbastanza tempo alla diplomazia e ora non stiamo violando l’accordo ma perseguendo i nostri diritti basati sull’accordo. Dobbiamo presentare una denuncia contro gli Stati Uniti e l’Ue per averlo violato“, ha fatto sapere il viceministro degli Esteri Abbas Araghchi, nella conferenza stampa in cui Theran ha lanciato anche un nuovo ultimatum ai Paesi europei, stabilendo altri 60 giorni di tempo come nuova scadenza per i colloqui diplomatici altrimenti ci sarà una “terza tappa” nel processo di superamento dei limiti di sicurezza imposti dall’accordo sul nucleare.

Arricchimento che “aumenterà quanto necessario per le nostre attività pacifiche”, ha aggiunto Ali Akbar Velayati, consigliere per gli affari internazionali dell’Ayatollah Ali Khamenei, leader supremo della Repubblica islamica. L’Iran, è stato sottolineato poi, aumenterà anche la produzione di acqua pesante superando il limite attuale imposto dall’accordo del 2015: “Aumentiamo l’arricchimento per fornire il combustibile per la nostra centrale nucleare e al momento non abbiamo bisogno di carburante per il reattore di Teheran”, ha aggiunto il viceministro. Secondo l’ayatollah, Teheran ha concesso agli europei molto tempo dopo il ritiro degli Usa dall’accordo ma non hanno finora rispettato i loro obblighi, nonostante le promesse e ora chiede di spingere sullo strumento finanziario Instex – pensato per aggirare le sanzioni americane e consentire la continuazione degli scambi economici fra l’Europa e l’Iran – acquistando petrolio iraniano o fornendo una linea di credito per il Paese. Già l’8 maggio scorso l’Iran aveva concesso 60 giorni agli Stati ancora parte dell’accordo – Regno Unito, Francia, Germania, Cina, Russia – per aiutarla a eludere le sanzioni statunitensi, in caso contrario avrebbe rinunciato a due altri impegni: la limitazione delle riserve di uranio arricchito e di acqua pesante, un anno dopo il ritiro di Washington dal patto.

Nell’accordo, l’Iran aveva promesso di non acquisire mai la bomba atomica e limitare drasticamente le sue attività nucleari in cambio della revoca delle sanzioni internazionali che hanno soffocato la sua economia. La dead line ora è però scaduta. Per “il reattore nucleare di Bushehr abbiamo bisogno di un arricchimento del 5%, un obiettivo completamente pacifico”, ha annunciato così Velayati. L’unico stabilimento iraniano di Bouchehr, funziona con carburante importato dalla Russia ed è strettamente monitorato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA). La stessa agenzia ha convocato per mercoledì prossimo una “riunione speciale” sul programma nucleare iraniano voluta dagli Stati Uniti.

TRUMP POWER

di Furio Colombo 12€ Acquista
Articolo Precedente

Migranti, El Diario: “Governo spagnolo minaccia Open Arms con multe fino a 900mila euro se proseguono i salvataggi”

next
Articolo Successivo

Grecia, 10 milioni al voto per il Parlamento. Il vox: “Troppe aspettative da Tsipras”, “Delusi, ora cambiamento”

next