Lesioni e maltrattamenti. Sono queste le cause della morte della bimba di otto mesi deceduta sabato notte a Sant’Egidio del Monte Albino, in provincia di Salerno. Arrestato il padre della piccola, Giuseppe Passariello. Le accuse, per cui è indagata anche la moglie, sono omicidio volontario, ripetuti maltrattamenti, lesioni e omissione di soccorso. L’uomo è stato fermato dalla squadra mobile nella serata di lunedì per pericolo di fuga. La piccola Iolanda era arrivata all’ospedale di Nocera Inferiore con ecchimosi, lesioni ed escoriazioni. Non è stato possibile salvarla. Domenica i genitori, assistiti dagli avvocati Vincenzo Calabrese e Ilaria Ruocco, hanno fornito dichiarazioni agli investigatori. Nella giornata di martedì si attende l’esito dell’autopsia per verificare se quei racconti troveranno conferma. Il secondo figlio della coppia, di quattro anni, è stato affidato ai nonni.

L’abitazione dove la famiglia viveva da qualche anno con i suoi due figli è stata posta sotto sequestro. Ad aiutare i coniugi, come confermato dal sindaco Nunzio Carpentieri, era il nonno paterno che spesso restava in casa con loro: “I nostri servizi sociali avevano convocato la mamma e il nonno. Ci hanno sempre raccontato delle difficoltà economiche che aveva la famiglia ma nient’altro. Purtroppo abbiamo perso tutti. Io ho perso come padre, come cittadino e come sindaco. Abbiamo fatto tutti i passaggi ma probabilmente qualcosa non ha funzionato”. Intanto proseguono gli accertamenti da parte dei poliziotti, coordinati dal sostituto procuratore Roberto Lenza.

La coppia si era trasferita a Sant’Egidio del Monte Albino da circa un anno e mezzo. I due genitori sono originari di Pagani e Angri. Sui gradini dell’abitazione di San Lorenzo a Sant’Egidio, domenica, sono stati deposti fiori bianchi. I vicini raccontano di diversi litigi e di aver sentito più volte i bambini piangere: “Certo che sapevamo che la famiglia aveva problemi e lo sapeva anche il Comune ma nessuno avrebbe mai immaginato che si arrivasse a questo punto. Erano persone che avevano bisogno di aiuto ma probabilmente non è stato fatto abbastanza o non si è intervenuto con tempestività”. Gli investigatori stanno ascoltando vicini di casa, parenti e assistenti sociali  per chiarire l’entità delle liti.

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