Una nuova accusa per molestie contro Donald Trump. A indicare il Presidente come predatore e stupratore è E. Jean Carroll, nota per una rubrica di “suggerimenti” pubblicata dal mensile “Elle” e per aver scritto diversi libri. Sul New York Magazine, Carroll ha raccontato di essere stata aggredita e violentata nel camerino di un grande magazzino di lusso newyorkese, oltre 20 anni fa. Il resoconto, dettagliato, dell’aggressione è pubblicato in un libro in uscita in cui la scrittrice racconta altri episodi di molestie subite. Il New York Magazine ne ha anticipato alcuni stralci. “Mi spinse contro la parete, colpendomi alla testa molto forte e mise la bocca sulle mie labbra. Un attimo dopo, ancora vestito in abito da lavoro, camicia, giacca, cravatta e cappotto, si abbassò la cerniera dei pantaloni e con le dita vicino le mia zone intime, spinse il pene a metà – o tutto, non sono sicura – dentro di me”. Secondo il racconto della giornalista tutto durò “non più di tre minuti”: al tempo, dice, non denunciò l’accaduto ma ne parlò con due amici e afferma che le telecamere dei grandi magazzini Begdorf devono pur aver registrato qualcosa.

Il Presidente degli Stati Uniti ha smentito ogni accusa, affermando di non aver mai incontrato Caroll e che il suo libro dovrebbe essere “venduto come fiction”.  Una storia inventata, quella della Carroll, con lo scopo di vendere più libri: così Trump ha liquidato la questione, paragonando la scrittrice alle donne che “hanno accusato falsamente” il giudice della Corte Suprema Brett Kavanaugh durante le audizioni di conferma. “Vergogna per chi inventa false storie di aggressione per farsi pubblicità, vendere un libro o per motivi politici, come Julie Swetnick che ha accusato falsamente il giudicw Justice Brett Kavanaugh” ha detto Trump aggiungendo che “è un male che le persone credano a queste storie, soprattutto in totale assenza di prove”.

Infine, il Presidente ha suggerito che vi possano essere i democratici dietro alle “false accuse” di Carroll: “Se qualcuno ha informazioni che indichino che la signora Carroll o il New York Magazine stiano lavorando con il partito democratico, per favore si faccia avanti al più presto possibile”.

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