Il governo “spaventa” ArcelorMittal, “un capolavoro che solo in un Paese come questo può essere oggetto di dibattito”. Parola del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, che ha commentato così il braccio di ferro sull’immunità penale tra i nuovi proprietari dell’acciaieria di Taranto e il governo, che nel decreto Crescita fissa per la data del 6 settembre 2019 “il termine ultimo di applicazione dell’esonero da responsabilità“. E a fianco del numero uno degli industriali si è schierato il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, secondo cui “è fondamentale tutelare la salute di bimbi, mamme e lavoratori però, se c’è un imprenditore che mette sul piatto centinaia di milioni di euro per riportare a norma uno stabilimento non puoi complicargli la vita, dovresti agevolarlo e devi dirgli grazie”. “Ho incontrato Arcelor Mittal e stiamo lavorando”, ha aggiunto il leader leghista.
“Abbiamo la fortuna di avere un investitore in un’area del paese che è importante, del Mezzogiorno, a Taranto, che si impegna a mettere a posto in chiave ambientale e in chiave economica l’industria, lo stabilimento siderurgico di Taranto“, ha detto Boccia. “Noi invece lo spaventiamo e se mai lo arrestiamo pure. Negli altri Paesi quando arriva un investitore si mettono i tappeti rossi, qui invece si creano incertezze. Speriamo che prevalga il buon senso perché altrimenti il rapporto anche da parte nostra con questo governo diventa difficile”.
Boccia ha auspicato che “a proposito del Decreto crescita e della questione dell’immunità sull’Ilva che valeva per i commissari e pare che si voglia eliminare per l’attuale management senza dare il tempo di mettere a posto economicamente e in termini ambientali il Siderurgico, si trovi una soluzione”. “Ci riferiamo anche – ha aggiunto – agli atti unilaterali in merito alle concessionarie autostradali, ci riferiamo al salario minimo, ci riferiamo al reinserimento della scala mobile. Significa che in un Paese come il nostro che vive, a parità di valuta come gli altri e cioè in area euro, se non incrementiamo la produttività corriamo il rischio di determinare dei fattori inflattivi a danno dell’industria italiana”.
Lunedì il vicepremier e ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio sarà a Taranto in Prefettura per fare il punto sul Contratto istituzionale di sviluppo insieme a cinque ministri del Movimento 5 Stelle: il ministro per il Sud Barbara Lezzi, la responsabile della Salute Giulia Grillo, quello dell’Ambiente Sergio Costa all’Ambiente, quello ai Beni Culturali Alberto Bonisoli e anche la titolare della Difesa Elisabetta Trenta.
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