Renew Europe, la nuova formazione liberale al Parlamento Ue nata dalla fusione di Alde e En Marche, ha eletto il suo nuovo capogruppo nella plenaria di Strasburgo. Si tratta dell’ex primo ministro rumeno ed ex commissario europeo per l’agricoltura, Dacian Cioloș. “Congratulazioni al nostro nuovo leader”, ha annunciato il gruppo su Twitter, anche se all’interno della formazione sarebbero più di uno i membri perplessi per la scelta: intorno a Cioloș sarebbe nato un dibattito legato alle sue posizioni espresse nel 2016, quando era premier, “a sostegno della famiglia tradizionale”, mentre nel Paese era in corso un dibattito sui matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Dopo la rinuncia alla presidenza da parte della capolista di Renaissance, Nathalie Loiseau, Cioloș, considerato “il Macron rumeno”, era diventato il favorito a succedere all’ex premier belga Guy Verhofstadt, capogruppo uscente di Alde, grazie anche all’endorsement del presidente francese e di altri membri di primo piano del partito liberale europeo. I malumori riguardanti la nomina del rumeno, secondo quanto raccontato da una fonte interna a Politico, si concentrerebbero soprattutto nell’ala più legata ai valori liberali dell’ex Alde che avrebbe preferito vedere nominati personaggi come lo svedese Fredrick Federley o l’olandese Sophie in ‘t Veld.

I dubbi intorno a Cioloș sono legati alle sue dichiarazioni di “supporto alla famiglia tradizionale” quando, nel 2016, in Romania era in corso un dibattito che portò tre milioni di persone a firmare una petizione in favore del riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. A un certo punto, l’allora primo ministro venne anche accusato di aver operato per impedire a una coppia gay di sposarsi, accuse poi smentite.

Il passato del nuovo capogruppo di Renew Europe poteva rischiare di interrompere la sua corsa per diventare il leader liberale nella plenaria di Strasburgo. A renderlo un profilo candidabile è stata, probabilmente, la sua presa posizione due anni dopo, nel 2018, quando si oppose a un referendum costituzionale che avrebbe impedito alle coppie gay di potersi unire in matrimonio in futuro.

La basca Garcia Perez alla guida dei Socialisti
Anche i Socialisti & Democratici hanno nominato, martedì, il loro nuovo capogruppo. A guidare S&D per i prossimi cinque anni sarà un esponente del partito più rappresentato nella famiglia socialista, la spagnola del Psoe Iratxe Garcia Perez. Un’elezione avvenuta con il pieno sostegno di grande maggioranza del partito, con il capo delegazione del Pd, David Sassoli, che ha proposto all’assemblea l’elezione per acclamazione dopo l’annuncio di ritiro della candidatura del tedesco Udo Bullmann, capogruppo uscente.

“Nelle ultime settimane ho avuto scambi con molti di voi e siamo tutti d’accordo: dobbiamo fornire ai cittadini risposte ferme e innovative in questo momento cruciale per il progetto europeo e per la nostra famiglia politica, la socialdemocrazia europea”, ha detto Garcia Perez nel suo discorso d’insediamento. “Da quando è stata creata, l’Unione europea non è stata mai così tanto minacciata come oggi – ha aggiunto – Negli ultimi anni abbiamo assistito all’emergere di partiti populisti, eurofobi, xenofobi e di estrema destra che stanno facendo riemergere i peggiori fantasmi del nostro passato. L’Europa deve riacquistare la sua anima sociale e porre le persone e la lotta contro le disuguaglianze al centro della sua azione politica, sulla base degli standard sociali che portiamo avanti”.

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