“Davanti a questo ragazzo ci togliamo tutti il cappello”. Così il boss di Licata Angelo Occhipinti, fermato  dai carabinieri di Agrigento su ordine della Dda palermitana, parlava del figlio di Totò Riina, Giuseppe Salvatore, già processato e condannato per associazione mafiosa. Le parole, intercettate da una microspia degli investigatori, sono inserite in una conversazione tra il capomafia e un uomo d’onore a cui sarebbe stato chiesto in carcere proprio dal rampollo del padrino corleonese di “stuccare” (eliminare ndr) un licatese. L’operazione ha di fatto disarticolato le famiglie mafiose di Licata e Campobello di Licata

Arrestati un consigliere comunale di Licata
Occhipinti in passato è stato condannato per estorsioni aggravate dal metodo mafioso. Nell’operazione dei carabinieri fermati anche il consigliere comunale di Licata Giuseppe Scozzari, eletto a giugno del 2018, e un ex consigliere comunale che, secondo le indagini, si sarebbe, come anche altri politici, rivolto al capomafia per avere favori. L’inchiesta è coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Claudio Camilleri e Gery Ferrara. Durante le indagini sono stati filmati summit ed incontri fra gli elementi di vertice e gli affiliati della consorteria mafiosa. Accertata persino un’estorsione per lavori edili realizzati in Germania. Gli investigatori hanno anche documentato gli interessi nel settore delle slot machine, attraverso una compiacente società di distribuzione di apparati elettronici da gioco.

Negli atti dell’inchiesta il nome di un deputato dell’Ars
Nelle gli atti dell’inchiesta c’è anche il nome del deputato regionale Carmelo Pullara. Il capomafia intercettato definisce il parlamentare, eletto alle ultime regionale, “a disposizione” del clan. “Per me Pullara è buono. La gente che vuole mangiare buoni sono. Almeno sai che se ci vai per una cosa prende e te la fa”, diceva il boss Occhipinti. “C’è stata una cosa senza che ci sono andato – aggiungeva – il 20 maggio del 2018 e gli ho detto che si deve mettere da parte e si è messo da parte. Angiolè che ti devo dire tutte cose? Pullara è buono perché è mangiataro (ingordo ndr) vuole mangiare con sette forchette”.  Il politico,che è iscritto al Gruppo Popolari e Autonomisti e fa parte della commissione regionale Antimafia, ha deciso di sospendersi. “Apprendo dalla stampa quanto accaduto in merito al blitz dei Carabinieri avvenuto stanotte a Licata e Campobello di Licata. Nel ribadire, come ho sempre fatto, la piena e totale fiducia nella Magistratura, mi dispiaccio del tritacarne mediatico attivato nei miei confronti, completamente estraneo ai fatti che apprendo dai mass media stamane e lontano per cultura e agire quotidiano (privato e pubblico) ad ambienti e contatti mafiosi – dice – Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia, né comunicazione alcuna da parte degli organi preposti alle indagini: leggo dalla stampa che si farebbe il mio nome in una intercettazione ove tale Occhipinti asserirebbe che il sottoscritto è a disposizione di questo o quel soggetto che non conosco né ho mai incontrato – dice -. Proprio per il rispetto massimo che ho per le istituzioni mi sospendo immediatamente dalla Commissione Antimafia della quale faccio parte in ARS, rammaricandomi ancora una volta della gratuità della pressa mediatica nella quale un uomo come me deve ritrovarsi senza accusa alcuna e senza condanna alcuna. Una gogna alla quale viene esposto (e non è la prima volta) un politico come me, che ha sempre servito le istituzioni pubbliche, da burocrate e da politico, con impegno e serietà costruendo un’immagine positiva e a tutt’oggi in crescita. Quindi mi metto a completa disposizione della Magistratura, come ho sempre fatto, qualora fosse necessario dare qualsiasi apporto da parte del sottoscritto“.

Articolo Precedente

Messina Denaro, il ‘funzionario di mafia’ e le parole sul superlatitante: “Nicastri amico dell’amico di Castelvetrano”

next
Articolo Successivo

Agrigento, blitz dei carabinieri e sette fermi: il video del boss a braccetto col consigliere comunale di Licata

next