La maggioranza socialista di governo in Albania ha annunciato l’avvio delle procedure per la rimozione del presidente della Repubblica, Ilir Meta. Il sottosegretario per le relazioni con il Parlamento del Partito Socialista, Elisa Spiropali, ha spiegato che  alla base della decisione dei politici guidati dal premier Edi Rama c’è la scelta del Capo dello Stato di annullare le elezioni amministrative in programma per il 30 giugno. Per ottenere l’approvazione del Parlamento, il partito di governo ha bisogno del sostegno di due terzi dei rappresentanti dell’assemblea, ossia 94 su 140.

Meta, politico indipendente che viene però da una tradizione socialista, ha motivato il provvedimento con il boicottaggio messo in campo dall’opposizione di centro-destra guidata da Lulzim Basha che, dallo scorso febbraio, si è dimessa dal Parlamento sollecitando con proteste di piazza le dimissioni di Rama e la formazione di un governo transitorio che prepari le elezioni anticipate. Secondo il presidente della Repubblica,  “l’attuale situazione non permette lo svolgimento di vere e reali elezioni. Il Paese sta andando verso un processo con un partito unico“, ha sostenuto Meta, invitando le forze politiche a “riprendere urgentemente il dialogo politico“.

Ma la maggioranza, sempre per bocca di Spiropali, replica che l’annullamento del voto rappresenta “un atto brutale nei confronti della Repubblica”. Già ieri Rama aveva dichiarato che “politicamente il suo atto equivale a un suicidio, legalmente non vale nulla e moralmente è una vergogna. Meta ha perso il diritto di restare in carica come Capo dello Stato”, assicurando che “le amministrative saranno svolte nel giorno prestabilito”.  Le procedure di rimozione saranno avviate già nella seduta del prossimo giovedì, secondo quanto ha annunciato Spiropali.

Per approvare la rimozione del presidente della Repubblica, il primo step è il passaggio in Parlamento. Qui la maggioranza, che ha bisogno del sostegno dei due terzi dell’assemblea (94 membri su 140) controlla 78 seggi e dovrà quindi trovare l’appoggio di altri partiti. Nel caso in cui la proposta dei Socialisti venisse approvata dall’aula, è comunque necessaria la convalida da parte della Corte Costituzionale. Ma questa, al momento, non è in funzione perché rimasta con un solo membro in carica, mentre gli altri otto si sono dimessi o sono stati rimossi nell’ambito della rivalutazione dei magistrati, un processo teso a ripulire il sistema da corrotti e sospettati di legami con la criminalità.

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