Sto insieme a una donna che è diventata un cocktail, se andate da Germi in via Cicco Simonetta 14A a Milano e ordinate un Ethel vi daranno un cocktail speciale che il barman Marco ha creato appposta per la mia pupa. Germi è un posto speciale, è il posto che hanno voluto Francesca Risi e Manuel Agnelli, Rodrigo D’Erasmo e Luca Segale. Francesca, la compagna di Manuel, la conosco benissimo, è stata la ragazza di mio fratello Roberto per due anni e come se non bastasse ha interpretato una vampira nel primo cortometraggio che ho girato insieme a Valentino Murgese: la vampira emofiliaca.

Germi è la cultura come contaminazione dell’anima, accadono cose e sono belle, incontri con scrittori e musicisti, epifanie di cocktail eseguiti con perfezione stilistica da Marco, uno dei migliori barman in circolazione, e c’è anche una libreria. Francesca è sempre stata una donna intensa e fragile, lei parla con i suoi silenzi e ti ascolta con gli occhi; il suo locale ha la sua inconfondibile impronta, una eleganza sospesa tra il sorriso e l’attesa. Da Germi si attende, si coltiva l’arte dell’attesa, lasci la frenesia di Milano sulla soglia ed entri in un luogo che ti accoglie con naturalezza, con semplicità, come naturale e semplice è Francesca. Anche Manuel non è da meno, delicato, quasi timido, è una celebrità gentile, come una porta socchiusa.

Da Germi ci si incontra. Puoi incontrare cagnoloni che hanno paura di essere accarezzati, ragazzi distratti che si dimenticano i cellulari per allegria, simpaticissimi cantanti come Roberto Dellera che alla domanda “che cosa stai facendo in questo periodo?” ti rispondono “faccio surf sul mio conto corrente” e mimano uno strano equilibrio tra l’abisso e l’ironia, ma in generale hai questa meravigliosa sensazione di parlare con delle persone. Sì, esistono ancora le persone! Insomma, Germi è un piccolo gioiello di umanità incastonato nella città di Milano.

Aggiungete a tutto questo che potete entrare, andare al banco e ordinare Ethel, la mia donna sottoforma di cocktail, e vi assicuro che non sono un tipo geloso, potrete sorseggiare Ethel, gustarla, assaporarla nel suo mix sapiente di vodka, aperol, orzata, limone, ginger, zucchero e albume d’uovo, un cocktail femminile ed elegante come Ethel, e più che berlo vi verrà voglia di leccare quella irresistibile schiumetta bianca, probabilmente dovuta all’albume, leccare Ethel fino alla fine, per poi ordinarla nuovamente, ordinare la mia donna-cocktail, di un rosa profondo, un rosa sconvolgente che vi lascerà il desiderio, non di avere una donna ma di essere una donna, in una metamorfosi alcolica e tenue di stravolgimento dei sensi, come una danza in punta di lingua sul precipizio di cristallo di un bicchiere Ypsilon Martini.

Da Germi accadono questi piccoli miracoli: le donne diventano cocktail e i cocktail diventano donne, grazie all’abilità sorridente di Marco, questo ragazzo che definirlo barman sarebbe riduttivo, qui siamo semmai nel territorio della poesia, una poesia agitata, shakerata e servita con limpida grazia, come solo i barman di classe sanno fare o immaginare di fare.

 

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