Martedì 28 maggio la Camera ha approvato all’unanimità una mozione che impegna il governo a varare un provvedimento per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese in minibot, ovvero titoli di Stato di piccolo taglio, creando debito e potenzialmente “valuta”. Il provvedimento ha ricevuto il via libera in pieno caos post elezioni Europee e solo oggi, tre giorni dopo l’approvazione, si è diffusa la notizia. A far discutere soprattutto il voto a favore di Pd e + Europa che ora fanno un passo indietro dicendo di non essersi accorti che il testo era stato modificato. Il gruppo Pd alla Camera, per rimediare, ha annunciato “un ordine del giorno urgente al decreto crescita per escludere decisamente l’impiego di strumenti come i cosiddetti minibot”. “Nella prima versione della mozione non c’era quel punto”, ha scritto poi il deputato di Più Europa Riccardo Magi.

Sulla mozione oggi si è espresso anche il Mef, precisando che la misura non è necessaria. “Non c’è”, ha detto il ministero dell’Economia, “nessuna necessità né sono allo studio misure di finanziamento di alcun tipo, tanto meno emissioni di titoli di Stato di piccolo taglio, per far fronte a presunti ritardi dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni italiane”, i cui tempi sono “in costante miglioramento”.

Dei minibot si parla da tempo. Una delle prime proposte arrivato dall’ex premier Silvio Berlusconi, nel 2017. Ma non solo: è anche presente nel contratto Lega-M5s. E viene messa nero su bianco nella mozione Baldelli (Fi) per le compensazioni nei pagamenti della Pa targata Forza Italia, in cui Lega e Cinque Stelle avrebbero inserito in corso di votazione il via libera ai minibot.

Il dibattito in queste ore si è spostato su Twitter. “Eppure Padoan (Pd ed ex ministro dell’Economia, ndr) ha votato anche lui la mozione”, ha scritto Claudio Borghi, consulente economico del vicepremier Matteo Salvini. Magi, sempre su Twitter, si è giustificato: “Buongiorno, il mio errore è dovuto al fatto che nella prima versione della mozione arrivata in aula il 28 non c’era quella misura nel dispositivo. Non sono d’accordo nel merito e trovo gravissimo strumentalizzare problema dei debiti PA per sottrarsi ai vincoli europei”. Così anche Alessandro Fusacchia, deputato di +Europa: “Mi spiace e mi scuso per il voto alla mozione. Mi è sfuggito il punto inserito nel passaggio tra la prima versione e quella finale (poi votata all’unanimità) e fatta circolare solo poco prima del voto. Nel merito sono chiaramente contrario”.

Il Partito democratico ha diffuso una nota per ribadire la posizione di contrarietà alla misura e ha annunciato che, per correre ai ripari, presenterà un ordine del giorno al decreto Crescita: “E’ necessario chiudere ogni polemica sulla mozione Baldelli“, si legge. “Si trattava ovviamente soltanto di una mozione, quindi di uno strumento che non solo non vincola, come chiarito oggi dal Mef, ma che ha subito aggiunte spurie e modifiche dell’ultimo momento prima del voto finale. Ragione per cui crediamo sia un contributo di chiarezza evitare speculazioni e malintesi dichiarando subito e nettamente la nostra contrarietà a strumenti come i minibot che non risolvono il gravoso problema dei debiti della PA, reso ancora più stringente dalla inerzia del governo e della maggioranza”.

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