Carcere a vita. È quanto stabilito dalla Corte d’assise di Milano, che ha condannato all’ergastolo Raffaele Rullo, imputato per l’omicidio dell’ex calciatore Andrea La Rosa ritrovato in un fusto di benzina nel bagagliaio dell’auto della madre del tecnico informatico nel dicembre 2017. Anche la madre Antonietta Biancaniello, ritenuta complice del figlio, è stata condannata all’ergastolo. I giudici hanno disposto anche risarcimenti provvisionali complessivi per 275mila euro. I due sono accusati anche del tentato omicidio della moglie di Rullo.

La morte di Andrea La Rosa è avvenuta nella notte tra il 14 e il 15 novembre 2017 a Milano e dalle indagini condotte dai carabinieri della Squadra Omicidi emerse che il delitto era da imputare “all’azione combinata dell’inalazione dei fumi dell’acido e del confinamento all’interno del bidone” di benzina dove il corpo della vittima era stato messo mentre era ancora in vita con l’obiettivo di scioglierlo. A spingere i due presunti assassini verso questa scelta era un debito che avevano nei confronti di La Rosa che ammontava ad una somma di oltre 30mila euro. Le indagini hanno dimostrato che La Rosa è stato portato in via Cogne dallo stesso Rullo con la scusa di presentargli sua madre: i due hanno così avuto la possibilità di somministrare alla vittima due narcotizzanti che l’hanno completamente stordito, il suo corpo è stato poi trascinato nelle cantine ed infilato in un bidone: poi sarebbero stati utilizzati sei flaconi di acido per distruggerlo. Sempre stando all’indagine, il delitto era premeditato: Russo aveva acquistato i flaconi di acido ed il bidone in due diverse fasi precedenti.

“È sorprendente, oltre a essere inverosimile, la tesi difensiva” secondo cui Valentina Angotti, moglie di Raffaele Rullo, è stata “l’ispiratrice dell’omicidio di Andrea La Rosa”: è quanto detto dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, durante le repliche, nell’odierna udienza. Anche il pm Maura Ripamonti, che rappresenta l’accusa insieme a Fusco, ha ribadito che “l’omicidio di La Rosa è stato ideato unicamente dall’imputato Rullo”, e poi realizzato con sua madre, il 15 novembre 2017, un mese prima del ritrovamento del cadavere. I pm contestano a Rullo e Biancaniello anche il tentato omicidio di Angotti, episodio che risale un mese prima del delitto di La Rosa, per riscuotere il premio assicurativo di una polizza sulla vita intestata alla donna. Fusco ha sostenuto che la tesi del difensore di Rullo, l’avvocato Ermanno Gorpia, è in “contraddizione con le dichiarazioni spontanee dell’imputato”. Il pm Ripamonti ha sostenuto che quella sera Rullo che, dagli accertamenti sulle celle telefoniche si trovava a casa di sua madre in via Cogne a Milano dove sarebbe avvenuto l’omicidio, ha mandato un messaggio alla moglie sostenendo invece che in quel momento si trovava al lavoro. “Si è inventato una scusa – ha detto Ripamonti – Infatti se Angotti fosse stata d’accordo e a conoscenza del delitto, non le avrebbe mentito”.

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