Quattro studenti su dieci del terzo anno delle scuole medie non hanno la sufficienza nelle competenze alfabetiche mentre un alunno su tre non è sufficiente in matematica. È quanto emerge dalla seconda edizione del Rapport Istat sui Sustainable Development Goals (Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile) adottati con l’Agenda 2030 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L’Agenda annovera al quarto posto tra gli obiettivi quello di “fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”.

Le regioni dove sono più elevate le percentuali di studenti con difficoltà a ricostruire significati complessi – accertate in base alle prove Invalsi – si trovano al Sud: in testa alla graduatoria c’è la Campania, con il 50,2% di insufficienti in lettura, seguita dalla Calabria (50%) e dalla Sicilia (47,5%). Le stesse regioni sono anche le peggiori per quanto riguarda le competenze numeriche: Campania e Calabria raggiungono il 60,3% di insufficienze mentre la Sicilia si ferma al 56,6%. Nelle competenze matematiche i maschi sono messi appena meglio delle femmine mentre nella lettura le competenze si invertono: quasi 4 giovani su 10 non sono sufficienti nelle competenze alfabetiche mentre non lo sono tre ragazze su dieci.

Per quanto riguarda il secondo anno delle scuole superiori, il risultato a livello nazionale per tipo di istituto è molto differenziato: il 17,7% dei liceali non ha la sufficienza nelle competenze alfabetiche mentre uno su tre non la raggiunge in quelle matematiche. Tra coloro che frequentano gli istituti tecnici invece, sono insufficienti in lettura e in matematica rispettivamente il 39,6% e il 42,3%; infine tra i ragazzi degli istituti professionali i risultati sono “molto scoraggianti”: sette studenti su dieci non raggiungono la sufficienza in lettura mentre il 77,2% in competenze numeriche.

Inoltre, in Italia il 27,9% dei giovani 30-34enni possiede un titolo terziario; un dato ben al di sotto di quello dell’Unione Europea (che ha invece una percentuale del 40,5%) ma sufficiente a soddisfare l’obiettivo nazionale previsto da Europa 2020 (che era il 26-27%). Il dato italiano è però superiore soltanto a a quello della Romania. Infine, si registra una forte differenza tra uomini e donne cresciuta nel corso degli anni: nel 2018,possiede un titolo terziario il 34% delle donne di 30-34 anni contro il 21,7% dei coetanei. Questi valori, nel 2004, erano rispettivamente il 18,4% e il 12,8%. Il rapporto completo dell’Istat è consultabile qui.

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