Gli assistenti vocali sono un pericolo per la privacy? È una domanda che molti si pongono. I campanelli d’allarme non sono mancati nel tempo, ora a suonare è una campana. Bloomberg rivela che il personale del team di Amazon Echo ascolterebbe le registrazioni vocali effettuate nelle case e negli uffici dei proprietari degli altoparlanti intelligenti. Le registrazioni verrebbero trascritte e reinserite nel software per migliorare la capacità di comprensione del linguaggio umano di Alexa e fare sì che possa rispondere meglio ai comandi.

Il fatto è che l’assistente vocale, per rispondere prontamente alle domande, accendere le luci, alzare le tende e altro, dev’essere sempre in ascolto. Ne segue che non “sente” solo quello che gli si chiede, ma potenzialmente tutto quello che accade nell’ambiente, comprese discussioni, il russare notturno, i programmi TV che si guardano.

Foto: Depositphotos

 

A rivelare dettagli inquietanti sulle “attività di ascolto” sono stati sette ex dipendenti di Amazon. Secondo quanto riporta Bloomberg, ad ascoltare sarebbero persone sparse in diverse parti del mondo, dall’Ecuador all’India passando per la Romania, a cui viene fatto firmare un accordo di non divulgazione. Trascorrerebbero più o meno nove ore al giorno ascoltando oltre 1.000 clip audio ciascuno e contrassegnandole. Chat di gruppo sarebbero a disposizione di questi dipendenti per condividere le registrazioni quando hanno bisogno di aiuto.

Interpellata da Bloomberg, Amazon ha spiegato di avere specifiche procedure da seguire per i dipendenti che si trovano ad ascoltare contenuti angoscianti. Un portavoce Amazon ha dichiarato che ‎”abbiamo rigorose garanzie tecniche e operative e una politica di tolleranza zero per l’abuso dei nostri sistemi. I dipendenti non hanno accesso diretto alle informazioni che possono identificare la persona o l’account da cui proviene il flusso di lavoro. Tutte le informazioni sono trattate con elevata riservatezza e impieghiamo procedure di autenticazione multifattore per limitarne l’accesso, cifratura e audit sul nostro ambiente di controllo per proteggerle”.

Le garanzie fanno piacere, ma sta di fatto che qualcuno “origlia”. L’articolo di Bloomberg sta sollevando un caso, perché nei termini d’uso Amazon non spiega esplicitamente che personale umano possa ascoltare stralci di conversazioni private. A far rabbrividire però non è la presenza o la mancanza di una clausola, ma il fatto che ciò accada. Oltre tutto, Alexa potrebbe con buona probabilità non essere l’unica a origliare gli utenti. Tutti gli assistenti digitali registrano piccoli campioni dei suoni provenienti dall’ambiente in cui sono collocati, per cogliere la parola di attivazione del servizio.

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A quanto pare sono molti gli utenti a nutrire sospetti, dato che secondo le fonti fra le domande più frequenti ci siano quelle “lavori per l’NSA?”, oppure “Alexa, qualcuno ci sta ascoltando?“. Sì, è possibile che qualcuno stia ascoltando.

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