Facebook ha bloccato fino all’11 aprile il profilo di Caio Giulio Cesare Mussolini, fresco di candidatura nelle liste di Fratelli d’Italia alle prossime Europee. “Trovo inaccettabile che Fb chiuda il mio profilo personale solo perché il mio cognome è Mussolini”, ha annunciato lo stesso pronipote di Benito. “Qui l’unico discriminato sono io. Facebook si comporta come un centro sociale“, ha aggiunto Caio Mussolini, minacciando persino azioni legali contro il social network.

“Se la policy di Facebook è consentire foto a testa in giù, insulti, minacce di morte e di aggressioni e al contempo sanzionare una persona solo per il suo cognome, allora siamo messi malissimo”, ha detto ancora il candidato di Fdi, riferendosi alla polemica tra Jim Carrey e Alessandra Mussolini per il post dell’attore con il Duce e Claretta Petacci appesi a testa in giù.

A difenderlo è intervenuta subito la leader del partito Giorgia Meloni: “Dopo l’annuncio della candidatura con Fratelli d’Italia, Caio Mussolini è stato riempito di insulti e minacce sui social da parte dei sedicenti democratici. E invece di bloccare questi bulli da tastiera, Facebook ha pensato bene di bloccare Caio per il cognome. La dittatura del pensiero unico è in corso”.

Solidarietà espressa anche da Rachele Mussolini, consigliere comunale a Roma: “Caio, come tutti i Mussolini, si è ritrovato ad essere ‘perseguitato’ dalla polizia di pensiero firmata da Zuckerberg. Trovo che ciò sia vergognoso, antidemocratico e politicamente scorretto: sono indignata e amareggiata per l’atteggiamento discriminatorio che la piattaforma continua ad adottare verso esponenti della mia famiglia, oltre che verso di me”. Lo stesso Caio Mussolini ha ancora aggiunto: “Non è più accettabile sottovalutare minacce espresse in maniera chiara e dalle quali vanno prese, con rigore e immediatezza, le distanze. Contrariamente si diventa conniventi e corresponsabili”.

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