Dal palco del teatro Morlacchi, in occasione del Festival  del Giornalismo a Perugia, lo scrittore Roberto Saviano smantella svariate dichiarazioni propagandistiche del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, immergendosi anche nell’analisi minuziosa della sua comunicazione social.

Saviano si sofferma in particolare sulla visita di Salvini a Rosarno il 17 marzo 2018, in occasione del suo tour post-elettorale in Calabria, dove il leader della Lega è stato eletto. Lo scrittore esordisce: “Questa cosa all’estero fa molto sorridere, visto che si tratta del capo di un partito che per oltre un ventennio ha considerato il Sud il grande male. Salvini a Rosarno promise di garantire ‘un po’ di lavoro in più e un po’ di immigrati clandestini in meno’. Da Floris dichiarò: ‘Datemi il ministero dell’Interno ed espellerò 100 clandestini al giorno’. Questo non accadrà. Dal giugno 2018 sono stati rimpatriati 18 immigrati al giorno. Col governo Gentiloni 17 al giorno. Ma ciò che è percepito da tanti è quei 100 immigrati che lui ha promesso di rimpatriare, pur sapendo benissimo che non sarebbe stato in grado di farlo”.

E aggiunge: “Salvini disse anche che avrebbe costruito un Paese libero, pronto a ospitare chi scappava dalla guerra. Bugia. Il 20 agosto, cinque mesi dopo quella dichiarazione, bloccò la Nave Diciotti a Catania, cioè fece il contrario di quello che lui aveva promesso. Ma non importa, perché nessuno dei suoi elettori gli chiede conto di questo. Serve solo coltivare rabbia e superficialità“.

Saviano mostra alcuni spezzoni della conferenza stampa tenuta da Salvini a Rosarno, dove peraltro dichiarò, mostrando una bottiglia di vino con l’immagine del giudice Rosario Livatino:”A me la ‘ndrangheta fa schifo, sia chiaro“.
Lo scrittore commenta: “Salvini fa il solito gioco. Ma voi pensate che dire che la ‘ndrangheta fa schifo sia attaccare la ‘ndrangheta? A Corleone Cosa Nostra fa premiare Raoul Bova, che in una serie tv interpretava Capitan Ultimo, per “premiare” l’antimafia. La persona accanto a Salvini, nell’incontro a Rosarno, è Domenico Furgiele, segretario regionale e attualmente deputato della Lega. E’ stato amministratore unico di una delle società di suo suocero, Salvatore Mazzei, condannato per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Ma non è finita: il responsabile della sezione leghista di Rosarno è Vincenzo Gioffrè, che, tra l’altro, è stato uno degli organizzatori di quel comizio di Salvini – prosegue – Gioffrè fonda una cooperativa agricola con Giuseppe Artuso, che, secondo la Procura Antimafia di Reggio Calabria, è un uomo vicino alla cosca dei Pesce. Ma cosa emerge soltanto nei tg, sui social, a noi? Che Salvini ha detto che la ‘ndrangheta fa schifo e che ha mostrato la bottiglia intitolata al giudice Livatino”.

Saviano commenta: “E’ incredibile, ma è quello che accade sempre: la velocità. Quanto ci ho messo a raccontare questo? Troppi minuti. Quanto ci ha messo Salvini a dire che la ‘ndrangheta fa schifo? Un attimo. Quale delle due strade diventa virale? Quella di Salvini. Ecco il suo gioco. Sta a noi riportare alla luce queste informazioni e renderle comuni. E’ un atto individuale. E nessuno si senta inutile e troppo fragile di fronte alla macchina comunicativa di Salvini“.

Lo scrittore si addentra poi sulla storia dei 49 milioni di euro della Lega: “Sono stati riciclati tramite un personaggio, Romolo Girardelli, l’uomo della cosca De Stefano di Reggio Calabria, che sposta quei soldi a Cipro e in Tanzania, tipiche piattaforme usate dalle ‘ndrine. Quindi, il leader di un partito, che ha fatto questo con prove tangibili, va a Rosarno e, anziché raccontare questa vicenda e dimostrare che la Lega è cambiata, non dice nulla. Perché parlarne significa farlo esistere. Salvini non racconta tutto questo, perché non raccontandolo non esiste“.

Viene mostrato anche un video d’antan in cui Salvini insulta l’Italia, definendola ‘porcheria’. Saviano osserva: “Sui social non c’è più memoria. Quanti di voi ricordano cosa hanno scritto la scorsa settimana? Una delle cose che più mi ha sconvolto è che a Rosarno, cioè in un territorio dove fino a qualche anno fa la parola ‘Lega’ faceva rivoltare le budella, Salvini, dopo oltre 20 anni di insulti leghisti, dice soltanto: ‘Per tanti anni ci siamo visti da lontano'”.

Nel finale Saviano mostra un altro filmato, in cui Salvini afferma che Rosarno è nota per le sue baraccopoli, e menziona alcune dichiarazioni di Giuseppe Pignatone, procuratore di Roma e per tanti anni procuratore di Reggio Calabria. Poi chiosa: “Rosarno è nota per il clan mafioso tra i più potenti del mondo, i Bellocco-Pesce, ma per Salvini lo è per le baracche. Lo Stato Italiano dice determinate cose, attraverso la voce di Pignatone. Salvini invece le ignora. Forse neanche le sa“.

Articolo Precedente

Flat tax, Salvini: “È in contratto governo, deve essere inserita nel Def”. La linea di Tria: a settembre in Legge di Bilancio

next
Articolo Successivo

Europee, Giorgia Meloni candida il pronipote del Duce: “Ecco Caio Giulio Cesare Mussolini, un patriota”

next