Il tentativo della nave Sea Eye entrare in acque italiane sarebbe “una minaccia al buon ordine ed alla sicurezza dello Stato“. Ecco perché la nave “non sarà autorizzata ad entrare nelle acque territoriali italiane”. È quello che annuncia la Farnesina in una nota verbale al ministero degli Esteri tedesco. Per il dicastero di Enzo Moavero Milanesi l’intervento di soccorso della nave di Sea Eye, e la rotta seguita dall’imbarcazione verso Lampedusa “risultano quanto meno dubbie dal punto di vista delle norme europee ed italiane in materia di sicurezza, controllo delle frontiere e contrasto all’immigrazione illegale”.

Anche il Viminale ha diffuso una nota, ma scritta, sulla Sea Eye per sottolineare che considera l’eventuale transito della Alan Kurdi in acque italiane come “passaggio non inoffensivo“. A scriverlo è il prefetto Matteo Piantedosi, capo di gabinetto del ministro dell’Interno, in una direttiva inviata oggi ai capi delle forze di polizia ed ai capi di Stato Maggiore di Difesa e Marina per fornire “linee operative per il coordinamento unificato dei controlli sulla frontiera marittima, anche al fine di evitare la possibile strumentalizzazione degli obblighi internazionali in materia di search and rescue, ferma restando la primaria esigenza, più volte ribadita, di salvaguardare la vita umana”. L’imbarcazione si sta dirigento verso Lampedusa: da qualche ora ha puntato il timone verso ovest e si trova a circa 30 miglia dall’isola italiana. A quanto si apprende, la Alan Kurdi avrebbe chiesto al centro di coordinamento marittimo italiano l’indicazione del porto sicuro. Nella notte, quando si trovava in acque Sar maltesi, lo aveva chiesto alle autorità della Valletta.

Nella nota verbale, il ministero degli Esteri scrive che “secondo quanto asserito dal comandante, la nave avrebbe soccorso 64 persone, inclusi 12 donne e 2 bambini, in condizioni di salute relativamente stabili, all’interno della Sar libica. Non risulta nessuna informazione circa l’identità e la nazionalità delle persone a bordo”. Le autorità italiane, sottolinea la Farnesina, “non hanno in alcun momento assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso che sono avvenute ben al di fuori della zona Sar di responsabilità italiana. Solo alle 15.30 del 4 aprile è pervenuta una richiesta di Place of safety”. La nota rileva poi che le modalità delle operazioni condotte dalla Alan Kurdi “sono note anche al Centro di coordinamento e soccorso marittimo di Brema ed al ministero degli Affari Esteri tedesco che ha assunto la gestione diretta del caso”. Il ministero italiano richiama quindi “la responsabilità delle autorità della Repubblica federale di Germania, quale Stato di bandiera, affinché assicuri il rispetto delle normative da parte della nave, nell’esercizio dei propri poteri sovrani sulla nave e sulle persone a bordo”. La Farnesina chiede inoltre che “le autorità competenti tedesche diano informazioni circa la conformità alla propria legislazione delle attività della nave Alan Kurdi e la sua idoneità tecnica a condurre in maniera sistematica e preordinata operazioni di asserito soccorso nel Mediterraneo”.

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