Un opuscolo divide Bolzano. Otto paginette, ma capaci di suscitare un vespaio. Parliamo del documento “Bambini e adolescenti musulmani a scuola. Informazioni, orientamento e raccomandazioni”, che nei giorni scorsi è stato diffuso nelle scuole tedesche della Provincia. A sollevare il caso è stato il partito sudtirolese dei Freiheitlichen. Alla destra di lingua tedesca non è andato giù quel documento all’insegna dell’integrazione, già dalle prime righe: “Le scuole in Alto Adige sono sempre più caratterizzate da diversità religiosa, ideologica e culturale. L’integrazione dei bambini musulmani (in Trentino Alto Adige sono 34mila gli immigrati di fede islamica, ndr) nella vita scolastica di tutti i giorni è un compito importante per tutti”.

Ma i passaggi che hanno suscitato le maggiori critiche sono stati quelli relativi all’educazione fisica e sessuale e al Ramadan. La brochure affronta le difficoltà che gli studenti di cultura musulmana possono trovarsi davanti. Da una parte hanno gli insegnamenti familiari, dall’altra il modo di vivere europeo. Anzi, nord-europeo, perché qui siamo in una terra dove la cultura e la sensibilità italiane si incontrano con quelle tedesche, che sono diverse anche nel rapporto con il corpo. Il rischio, per i bambini divisi tra famiglia e compagni, è l’emarginazione. Il documento indica soluzioni di compromesso. Si parla della possibilità di predisporre spogliatoi e docce separati, magari utilizzando tende. Non solo: si ipotizza che le lezioni di ginnastica e nuoto possano essere svolte separatamente da maschi e femmine. Ed ecco il passaggio che ha fatto storcere il naso alle destre (e non solo a loro): possono essere utilizzati “costumi da bagno appositamente creati come il burkini”. C’è poi la questione del Ramadan che, ricorda il documento, con il digiuno diurno provoca la stanchezza dei ragazzi quando sono impegnati nello studio o nello sport. “La scuola – conclude il documento – dovrebbe considerare i tempi del Ramadan quando pianifica gite scolastiche, organizza stage e feste”.

La politica parte all’attacco: “L’opuscolo – dichiarano i consiglieri provinciali Ulli Mair e Andreas Leiter Reber dei Freiheitlichen – non mira all’integrazione nella nostra società democratica, ma consiglia di sottomettersi alle leggi fondamentaliste dell’Islam”. Anche Philipp Achammer, numero uno della Svp (Südtiroler Volkspartei che guida l’Alto Adige da decenni), nonché assessore all’Istruzione e alla Cultura Tedesca, ha bocciato l’opuscolo e lo ha fatto ritirare. Ma c’è anche chi, come il verde Riccardo Dello Sbarba, la vede diversamente: “Non sono ordini, ma semplici indicazioni. È un protocollo copiato da uno analogo diffuso in Germania. Il senso è semplicemente quello di mettere a proprio agio i bambini musulmani a scuola”. Ma il punto, secondo Dello Sbarba, è un altro: “È cambiato il vento, qui una volta la Svp governava con il Pd. Ora si ritrova con la Lega. E i partiti della destra hanno colto l’occasione per attaccare la nuova maggioranza perché non è abbastanza leghista”. Ma tutta Bolzano si interroga su quell’opuscolo, si chiede se sia segno di resa o di accoglienza.

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