Nel giorno in cui la legge sulla legittima difesa è diventata legge dello Stato il ministro dell’Interno è pronto a lanciare sul tavolo un altro argomento caldo: la riforma penale. E lo fa in particolare dicendo che “sarà legge dello Stato anche l’eliminazione del rito abbreviato e dello sconto di pena per alcuni reati particolarmente gravi, e lo sarà entro questa primavera“. Matteo Salvini rilancia il tema rispondendo alle domande dei giornalisti al suo arrivo al carcere di Bollate per un iniziativa dell’associazione ‘Fino a prova contraria’. Sul tema giustizia il governo gialloverde ha portato a casa la legge Spazzacorrotti, mentre la riforma dei termini di prescrizione entrerà in vigore nel 2020. In passato, in assenza di una legge, i giudici che hanno respinto le richieste di rito abbreviato per reati molto gravi si sono visti annullare la decisione dalla Cassazione.

Il responsabile del Viminale ha risposto anche al ministro della Salute, Giulia Grillo che ritiene inaccettabile la castrazione chimica per gli autori di violenza sessuale rievocata dopo il caos alla Camera dopo il no a emendamenti su revenge porn . “È sperimentale volontariamente in tanti Paesi occidentali – ha detto al suo arrivo al carcere di Bollate- : quindi ci sono persone che chiedono di essere messe in condizione di non avere più gli istinti per commettere violenze bestiali e quindi qualcuno studi quello che viene sperimentalmente applicato in altri Paesi. Se qualcuno mette le mani addosso a una donna o a un bambino non va solo rieducato, va curato perché trattasi di schifosi che vanno aiutati a non ricommettere gli stessi errori anche farmacologicamente se servisse”.

Salvini partecipa una una serata di confronto sul lavoro per i detenuti e sulle condizioni delle carceri promossa dall’associazione ‘Fino a prova contraria’ nel ristorante InGalera, dentro il carcere di Bollate (Milano). Un’occasione di confronto durante la quale Annalisa Chirico, giornalista e presidente dell’associazione chiederà al ministro dell’Interno di non pronunciare mai più quella frase “marcire in galera”, talvolta usata dal vicepremier. “Perché – spiega Chirico – non si deve pensare al reato per cui una persona è in carcere ma come potrà essere questa persona una volta che ne è uscito”. La giornalista spiega che “da qualche tempo mi sto confrontando con Salvini e vedo in lui una svolta su questi temi: è finito il sovranismo folcloristico ed è necessario che cambi anche il suo linguaggio se pensa a Palazzo Chigi“. Al confronto, oltre a Salvini, partecipano anche don Gino Rigoldi, cappellano dell’istituto per minori Beccaria di Milano, e la presidente del Tribunale di Sorveglianza del capoluogo lombardo, Giovanna Di Rosa. Alla cena sono invitati una cinquantina tra magistrati, giuristi, avvocati, imprenditori e manager come Urbano Cairo e Paolo Scaroni. Salvini: “Vedrò di stare più attento. Obbedisco” ha poi promesso Salvini: “Vedrò di essere più attento, non raffinato perché è una mission impossible”.

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