Confermata la stangata contabile nei confronti dell’ex governatore dell’Alto Adige, Luis Durnwalder, per la gestione “privatistica” di un fondo spese riservato della Provincia autonoma di Bolzano di cui è stato a lungo presidente. L’uomo politico dovrà rimborsare la somma di 385.890 euro, oltre agli interessi monetari. Lo ha deciso la Sezione centrale di Roma della Corte dei Conti, confermando al centesimo la decisione dei giudici contabili altoatesini che risale al febbraio 2015. L’interessato ha rilasciato una dichiarazione attraverso i propri legali: “Mi riservo ogni mezzo di impugnazione avverso la sentenza, che ritengo profondamente ingiusta”.

Durnwalder è stato graziato per buona parte delle contestazioni dalla prescrizione del reato, visto che il periodo per il quale dovrà pagare è stato ridotto ai cinque anni precedenti il 2013, data di contestazione da parte della Procura della Corte dei Conti. Inizialmente il periodo andava dal 1995 alla fine del 2012, con un importo complessivo di un milione 276mila euro (dopo la rivalutazione Istat), ma è stato ridotto non essendo stato ritenuto sussistente il dolo nella gestione del fondo, così come avevano stabilito anche i giudici di primo grado.

L’elenco delle contestazioni era contenuto in nove tabelle, le prime per “spese registrate”, le altre due per “contabilità occulta”. Praticamente Durnwalder non rendeva conto di come impiegava il denaro. Con il valore attualizzato al 2013 si tratta di spese per pranzi, cene o rinfreschi a vantaggio di una ristretta cerchia di dipendenti per 25mila euro, spese per prodotti alimentari (consumo personale) per 28mila euro. Altri 13mila euro sono stati spesi per beni o servizi per bisogni personali di Durnwalder e 38mila per generi di conforto, pranzi, cene. Le regalie a dipendenti valgono 82mila euro, comprensivi di 55mila euro di elargizioni natalizie a un dirigente. Poi ci sono offerte in denaro a favore di privati o associazioni per 261mila euro, spese prive di connessioni con le funzioni istituzionali di Presidente provinciale per 53mila euro e spese dichiaratamente personali di Durnwalder e di componenti della sua cerchia familiare, “inammissibilmente compensate, come anticipazioni di spese riservate, consistenti in offerte in denaro indicate su foglietti volanti scritti di suo pugno e in scontrini relativi al consumo di pasti e bevande”, per 353mila euro che rivalutati salgono a 428mila euro. I versamenti sul conto corrente personale di Durnwalder (dopo le compensazioni di spese) valgono 514mila euro.

I giudici di primo grado avevano scritto di una “manifesta autoreferenzialità di gestione” da parte di Durnwalder nell’utilizzo del fondo. E avevano aggiunto: “I contestati esborsi sostenuti hanno recato pregiudizio all’Erario dell’Ente in quanto privi della legittimazione normativa ed erano rivolti al soddisfacimento di esigenze affatto diverse da quelle istituzionali ‘connesse con l’esercizio della funzione’ intestata alla figura di vertice dell’Esecutivo provinciale”. Inoltre, Durnwalder considerava quel fondo “una sorta di appannaggio aggiuntivo da utilizzare in piena ed incontrollata discrezionalità, presupponendo quindi una vera e propria condizione di insindacabilità, in palese contrasto con i più basilari canoni di buona amministrazione”. Confermando quella impostazione, i giudici d’appello hanno fatto cadere l’ipotesi dolosa (Durnwalder è stato assolto in sede penale a Bolzano) e così la prescrizione ha sanato il periodo antecedente il quinquennio 2008-2013.

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