Nel 2019 Palazzo Chigi spenderà 600 milioni in più. La cifra è contenuta nel bilancio di previsione, scaricabile dal sito della Presidenza del Consiglio dal 29 gennaio. Nel documento, in particolare, si legge che le previsioni iniziali di spesa per il 2018 erano di 1.495.968.111 euro e nel 2019 sono cresciute a 2.141.411.063 euro. La differenza è quindi pari a 645.442.952 euro, circa 650 milioni. L’aumento è diventato oggetto di polemica. La deputata del Pd Alessia Morani accusa il governo: “Con Salvini e Di Maio le spese di Palazzo Chigi sono cresciute di 600 milioni di euro. Hanno raccontato agli italiani che avrebbero ridotto i costi della politica e invece li hanno aumentato! E il popolo paga!”, scrive su facebook. Si aggiunge anche Davide Serra, il finanziere protagonista di varie edizioni della Leopolda di Matteo Renzi: “La Tav costa meno di 2.5 miliardi di investimenti in più – scrive in un italiano claudicante – Conte/DiMaio/Salvini hanno aumentato le spese annuali di Palazzo Chigi per la loro Casta di Inconpetenti e ignoranti di 600 millioni rispetto Renzi/Gentiloni. Cosi in 4 anni si fumano i soldi della TAV. Andate a Lavorare!”.

Ad alimentare la polemica, va detto, ha contribuito lo stesso vicepremier Luigi di Maio: nel corso di una conferenza stampa a chi chiedeva lumi sull’aumento di spesa ha risposto che “sarà perché ci sono due vicepremier? Non lo so, verifichiamo”.

Il motivo dell’aumento è ovviamente un altro. I 600 milioni di cui sopra sono l’effetto di una riorganizzazione dei centri di spesa che ha fatto seguito al ridisegno delle funzioni della struttura di Palazzo Chigi, che ha accentrato alcune settori prima sparpagliati tra i ministeri aumentandone la dotazione. Lo spiega bene Agi in una scheda di ricostruzione della questione che non è bastata a sedare le polemiche. Ma il bello vien coi numeri: a scorrere il bilancio, si scopre che gli importi in aumento sono relativi a capitoli e missioni che (teoricamente) dovrebbero far piacere a tutti i politici: protezione civile (+117%), famiglia (+218), giovani (+419%), riqualificazione urbana (+ 62). Non tappeti, poltrone e consulenze d’oro, dunque. Lasciamo la polemica dova sta, guardiamo come cambia, funzionalmente, la spesa di Chigi per quest’anno.

Due terzi dell’aumento hanno un’etichetta che si chiama “Protezione Civile”. Nel dettaglio, quelli per l’ente nazionale per le emergenze passano dai 368 milioni a oltre 839 milioni, con un aumento del 117,23 per cento. Il capitolo di spesa che va sotto il nome “famiglia” passa da 55 milioni a 176 milioni, con un aumento di 121 milioni (+218%). Un incremento che fa il paio con i fondi assegnati al sostegno per la gioventù che cresce addirittura del 419 percento rispetto al governo precedente: da 7 a 37 milioni. Significativo l’aumento delle somme destinate all’attuazione del piano nazionale per la “riqualificazione e rigenerazione delle aree urbane degradate”, che passano da 60 milioni a 97,2 (+62 per cento). In diminuzione, per contro, i fondi destinati alla quota dell’otto per mille a gestione statale mentre piccoli tagli sono stati apportati a alle politiche dello sport (da 124 milioni a 115) e al servizio civile (da 179 a 148 milioni) e al sostegno delle pari opportunità (da 69 a 62 milioni di euro).

E le spese di Chigi? Quelle “proprie”, cioè di funzionamento della presidenza del Consiglio sono in linea con quelle stanziate l’anno scorso. Il previsionale sotto accusa stanzia 333,3 milioni di euro, nel 2018 erano state pari a 332,3 milioni di euro circa. L’aumento è pari a poco meno di un milione di euro (991.695 euro per la precisione) che equivale è allo 0,3 per cento circa del totale. Via dalle spese correnti anche i mitici “sondaggioni” che Chigi commissionava agli istituti d’opinione per misurare la temperatura del proprio consenso, a spese dei contribuenti: la voce, ridotta già a 63mila euro nel 2018, nel 2019 è pari a zero.

È possibile poi risparmiare ancora? Certamente sì. Sfogliando le voci di spesa si ritrovano voci e importi che danno bene l’idea della dimensione di Chigi che per la cura di immobili e giardini spenderà la bellezza di 5,4 milioni, vale a dire quasi 50mila euro in più rispetto al 2018. Altri 7,3 milioni li utilizzerà per la voce “fitto locali ed oneri accessori, ivi comprese le spese per le assicurazioni, il servizio di vigilanza e sicurezza”, con un aumento di 1,3 milioni. Da segnalare poi un aumento consistente del fondo per “liti, arbitraggi e accessori”: nulla c’entra la Tav, ma questa voce sale nel giro di un anno di 18 milioni di euro, passando da 80 a 98 milioni in 12 mesi.

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