“Ho fatto analisi per Ocse, Commissione europea, banca mondiale, credo di non essere uno schiavo di Toninelli”. Il professor Marco Ponti, coordinatore della commissione che ha curato l’analisi costi-benefici per la Torino-Lione su cui si basa la bocciatura dell’opera da parte del ministro dei Trasporti e di tutto il Movimento 5 stelle, difende così il suo lavoro nel corso della trasmissione di Canale 5 Mattino Cinque. Nelle ultime ore però, è emerso che la sua società ha firmato insieme ad altri ricercatori di varie nazionalità anche uno studio inedito riservato alla Commissione Europea in cui si promuove l’Alta Velocità. “The impact of TEN-T completion on growth, jobs and the environment“, questo è il titolo del documento di 118 pagine rivelato in esclusiva dal Tg La7 in un servizio di Frediano Finucci, in cui si sottolineano i vantaggi del corridoio Mediterraneo di cui fa parte anche la Torino-Lione, la Tav contestata da Ponti nel documento consegnato al governo e che invece secondo questo nuovo studio porterebbe invece risparmi di tempo notevoli per trasporto passeggeri e merci e una forte ricaduta occupazionale.

“Non è una analisi costi benefici, ma sull’impatto, che si basa su analisi di valore aggiunto, che nulla hanno a che fare con la analisi costi-benefici. Non ci sono i costi in quella analisi lì. Non misura i costi, ma il traffico, l’occupazione e l’impatto sulle imprese, la analisi di impatto si occupa di ipotesi di valore aggiunto”, ha replicato Ponti. E anche dal Ministero dei Trasporti precisano che “lo studio riservato sul Corridoio Mediterraneo, commissionato dalla Ue e rivelato poco fa da La7, ha visto una partecipazione solo marginale della società ‘Trt trasporti e territorio’, presieduta dal professor Marco Ponti. Quest’ultimo, peraltro, non solo non ha firmato la ricerca, ma non ne conosce in alcun modo i contenuti. Inoltre, va precisato che si tratta di una analisi riconducibile a quelle di valore aggiunto, fondata sul moltiplicatore keynesiano, metodo che non ha nulla a che fare con la analisi costi benefici effettuata sulla tratta Torino-Lione”.

Lo studio si basa su dati aggiornati agli ultimi scenari macroeconomici e di trasporto. Con il “corridoio Mediterraneo“, che va da Gibilterra a Budapest e valuta che al 2030 si possa ottenere un risparmio di tempo del 30% per i passeggeri e del 44% per le merci. Nei prossimi dieci anni, per ogni miliardo investito nel cantiere l’analisi stima la creazione di 15mila posti di lavoro, senza contare l’indotto sul territorio. Infine, la ricerca mostra come fra tutti i “corridoi” quello Mediterraneo, di cui fa parte la Tav, è quello che creerà più posti di lavoro: 153mila al 2030 fra trasporti, turismo e sviluppo di aziende per nuovi mercati nei Paesi interessati (Francia, Italia, Spagna e Portogallo) escludendo chi ha lavorato o chi lavorerà direttamente per la Tav.

Sulla vicenda è intervenuto Massimiliano Salini, europarlamentare di Forza Italia e membro della commissione Trasporti che ha sollevato la questione della credibilità dei due studi: “Marco Ponti è a capo della commissione analisi costi e benefici voluta dal governo, che ha prodotto risultati del tutto negativi, ma allo stesso tempo, la sua società Trt in un studio per la Commissione europea insieme ad altri autorevoli istituti anche internazionali ritiene la Tav sostenibile e valida dal punto di vista economico, dello sviluppo, del lavoro e dell’ambiente. Dunque: a quale dei due Ponti dobbiamo credere? Basta con le pantomime e i giochetti, la scelta ora è tutta politica”. “Bisogna fare partire il progetto – aggiunge – per non perdere subito i centinaia di milioni di fondi già stanziati e non cadere nel ridicolo. Basta giocare con i numeri e con analisi che, a seconda dei committenti, riportano risultati diametralmente opposti”.

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