Bologna, Ferrara, Mantova e poi sui monti: Col di Tenda, Col di Lombardia e il santuario di Sant’Anna fino alla Francia e quindi l’arrivo in Spagna passando per il principato di Andorra. Parlando in perfetto italiano, sicuro di sé e senza concedersi emozioni, Norbert Feher, meglio conosciuto come Igor il russo, ha descritto in maniera dettagliata durante un’udienza del processo, in videoconferenza dalla Spagna, la sua fuga dall’Italia cominciata verso nella seconda metà di maggio 2017.

“Allora… per arrivare dal confine italiano-francese al confine francese-spagnolo ci ho messo 32 giorni… con la bici e con i mezzi. Mi sono fermato dappertutto, perché ho conoscenze”, ha spiegato davanti al pubblico ministero Marco Forte e alla corte che lo sta processando per gli omicidi del barista Davide Fabbri, a Riccardina di Budrio, e della guardia volontaria Valerio Verri.

Il tragitto della fuga è tracciato con un pennarello nero su una cartina sequestrata dalle autorità spagnole dopo il suo arresto. Igor, rispondendo al pm, lo conferma passo dopo passo: Bologna, Ferrara, Mantova, Cremona, Piacenza, Alessandria. Qui, ha puntualizzato, “ho comprato un computer portatile (anche questo sequestrato, ndr) da un conoscente italiano – dice – perché il mio s’è rotto durante la fuga”.

Poi ancora: Cuneo, il Col di Tenda e il Col di Lombardia e il santuario di Sant’Anna, dove passa il confine. Dopodiché attraversa la Francia: la località sciistica di Isola 2000, Nizza, Marsiglia, sempre utilizzando strade provinciali, fino ai Pirenei, per poi entrare nel territorio spagnolo del Principato di Andorra. Nei luoghi dove è stato fermato, dopo aver commesso gli omicidi di un contadino e di due agenti della Guardia Civil nel Sud dell’Aragona, Igor dice di essere rimasto “solo quattro giorni, ero in transito, perché avevo altri affari da fare”.

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