Tre giorni senza cellulare, senza chattare, senza postare una storia su Instagran o taggare un amico su Facebook. A mettersi in gioco sono 450 studenti delle scuole superiori “Cavazzi-Sorbelli” e “Marconi” di Pavullo; “Levi”, “Paradisi” e “Spallanzani” di Vignola e la secondaria di primo grado “Leopardi” di Castelnuovo. Lo slogan dell’iniziativa è “Challenge4me” ed è stata ideata dal Lions Club e da Bper Banca in collaborazione con l’ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna. La sfida è stata raccolta da un buon numero di ragazzi che a livello individuale hanno deciso di provare a stare settantadue ore senza il telefonino. Stamattina arrivati a scuola, prima d’iniziare le lezioni, hanno spento il proprio cellulare davanti ai professori in modo da evitare che qualcuno potesse aver tolto la scheda. Da quel momento gli apparecchi sono stati sigillati in un’apposita busta a prova di strappo e riconsegnati ai ragazzi che potranno riaprirla davanti ai propri insegnati solo giovedì. Un’iniziativa che ha avuto l’approvazione e l’autorizzazione anche da parte dei genitori: “Quasi tutti i papà e le mamme hanno visto di buon occhio – spiega Simona Cannazza docente del “Primo Levi” di Vignola – l’iniziativa. Dico quasi perché alcuni ragazzi sono venuti a dirmi che si ritiravano proprio perché i genitori non volevano, preoccupati di non poter controllare il proprio figlio”.

Un successo per il Lions che ha lanciato la proposta: “Ogni anno abbiamo la possibilità come club – spiega Alessandra Gianelli, docente del “Cavassi Sorbelli” di Pavullo e coordinatore del distretto 108 – di presentare un tema di studio. Come zona12 abbiamo deciso di proporre questa sfida legata ai cellulari e all’uso della tecnologia. Vedo quotidianamente l’intenso rapporto che hanno i ragazzi con il cellulare. Il nostro obiettivo non è quello di demonizzare la tecnologia che resta un supporto in ogni ambito di vita ma quello di sensibilizzare i ragazzi a riflettere sull’uso e condurli ad un consumo consapevole. Vogliamo che il cellulare resti uno strumento che serve a migliorare le proprie condizioni di vita. La tecnologia non può farla da padrona riducendoci a dipendenti della stessa”. A seguire le operazioni di consegna dei cellulari stamattina al “Primo Levi” è stata proprio la professoressa Simona Cannazza: “Abbiamo chiuso 87 buste. So già che molti la apriranno prima della scadenza del tempo ma mi rendo conto che per il loro modo di relazionarsi, questa è davvero una sfida. Sono cresciuti con in mano un cellulare e con l’esigenza di chiamare la mamma mentre tornano da scuola”. Intanto oggi i ragazzi prima di dire arrivederci al proprio apparecchio hanno compilato un questionario online dopodiché hanno spento i cellulari davanti ai professori. A ciascuno è stato dato in dono un braccialetto simbolo della giornata e un foglio con quattro regole da seguire: Non aprire la busta e riattivare lo smartphone; non usare altri dispositivi connessi alla Rete; compilare i tre questionari nei tempi assegnati e impegnarsi a rafforzare le relazioni personali.

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