Esultano gli editori ma anche Pd e Forza Italia, mentre i 5 Stelle parlano di “ferita alla libertà della rete”. La commissione affari giuridici del Parlamento europeo ha dato luce verde all’accordo informale che era stato raggiunto tra i negoziatori del Consiglio e l’Eurocamera sulla riforma del copyright, che a settembre era stata approvata dalla plenaria a Strasburgo. Il testo è passato con 16 voti a favore, 9 contrari e zero astenuti. Dopo l’ok della commissione il testo passa alla seconda plenaria di marzo a Strasburgo, che si terrà dal 25 al 28. Lo scorso 20 febbraio i rappresentanti dei 28 Stati membri avevano dato l’ok al testo della direttiva approvato la settimana precedente dal ‘trilogo’, vale a dire le tre istituzioni Ue congiunte.

La presidenza romena della Ue aveva fatto sapere che il testo aveva ricevuto un “ampio” sostegno, ma si erano espressi contrari Italia, Olanda, Polonia, Finlandia e Lussemburgo. L’accordo raggiunto tra i negoziatori dell’Ue mira a garantire che i diritti e gli obblighi della legge sul copyright si applichino anche a Internet. I colegislatori hanno anche cercato di garantire che Internet rimanga uno spazio per la libertà di espressione. Frammenti di articoli di notizie possono quindi continuare a essere condivisi, così come Gif e memes. Il testo specifica inoltre che queste regole non si applicheranno al caricamento di opere per enciclopedie online in modo non commerciale, come Wikipedia, o piattaforme software open source, come GitHub.

Le parti in gioco – L’obiettivo principale della misura, proposta dalla Commissione europea nel 2016, è modernizzare il diritto d’autore nell’era della rivoluzione digitale, visto che l’ultima legge in merito risale al 2001. L’idea è di obbligare le piattaforme online, come ad esempio YouTube, a pagare meglio i creatori di contenuti e a controllare che ciò che viene pubblicato dagli utenti non sia protetto da copyright (articolo 13). La riforma prevede anche la creazione di un nuovo diritto per gli editori, che permetterebbe a giornali, riviste e agenzie di stampa di farsi pagare quando i loro contenuti vengono riutilizzati online, ad esempio con titoli e brevi estratti (articolo 11).

Le reazioni politiche – “Con 16 voti a favore e 9 contrari la commissione Giuridica del Parlamento europeo ha confermato il compromesso trovato tra Germania e Francia sul copyright – ha detto l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Isabella Adinolfi -. Questo voto è una ferita alla libertà della rete perché vengono di fatto confermati i due articoli più controversi, quello 11 che introduce la cosiddetta #linktax e il 13 che prevede una responsabilità assoluta per le piattaforme di condivisione, dando il via all’uso di filtri automatici“. Per Adinolfi “il testo presenta alcuni aspetti di vaghezza che determinano una situazione di incertezza giuridica, andando a danno sia degli autori e dei creatori che degli operatori economici del settore e rischiando di frammentare il mercato digitale unico. L’eccezione a favore delle startup europee, frutto del compromesso tra Germania e Francia in Consiglio – conclude – non convince perché di difficile applicazione a qualche situazione concreta”.

Per l’europarlamentare del Pd Enrico Gasbarra invece, con l’ok della commissione “il diritto d’autore vince sui giganti dei web. Dal CabSat al copyright, insieme a molti colleghi della delegazione Pd in Europa, anche in contrasto con alcuni parlamentari socialisti ci siamo battuti per fissare dei principi che ritengo inviolabili a tutela delle tante professionalità anche italiane nel mondo dell’editoria, delle tv, del cinema e della creatività”. E specifica che “la libertà della rete così come quella delle piattaforme di ricerca o di carattere educativo o enciclopedico, ad esempio Wikipedia, non è in alcun modo messa in discussione da questa riforma”. E anche gli editori europei (Emma, Enpa, Epc e Nme) sono favorevoli al testo: “Accogliamo con favore la decisione della commissione Juri e ora facciamo appello alla plenaria a votare a sostegno del vitale panorama culturale e mediatico dell’Europa come ha fatto a larga maggioranza lo scorso settembre”. “Il testo, come concordato nel Trilogo, modernizzerebbe il copyright con un approccio proporzionato che non soffoca l’innovazione digitale”, precisa la nota. Emma, Enpa, Epc e Nme hanno pubblicato una dichiarazione congiunta insieme alle organizzazioni di tutto il settore culturale e creativo, che rappresentano autori, compositori, scrittori, giornalisti, fotografi e altri, che invita il Parlamento europeo ad adottare rapidamente la direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale.

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