Se il capo politico del M5s Luigi Di Maio ha lanciato un avvertimento ai dissidenti M5s, ribadendo che, dopo il voto degli iscritti sul blog sul caso Diciotti, lo “spirito è quello di adeguarsi alla decisione presa dagli attivisti”, tra i senatori M5s che dovranno poi votare in Aula sull’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini c’è chi, come le senatrici Elena Fattori e Paola Nugnes, insiste: “Abbiamo letto le carte, seguiremo il dibattito parlamentare, ma siamo orientate a votare sì”. Tradotto, al contrario di senatori come Matteo Mantero e Alberto Airola (contrari alla decisione, ma che hanno già spiegato di volersi adeguare all’esito della votazione, ndr), le due senatrici da tempo critiche non intendono fare passi indietro. Anche a costo di una possibile espulsione: “Siamo in linea e rispettiamo il programma del M5s”, ribadiscono.

Ma non solo. La critica va oltre, coinvolge anche la riorganizzazione del M5s già evocata da Di Maio: “Nel M5s non c’è più confronto. La riorganizzazione serve, ma se sarà calata dall’alto, e non partirà invece come necessario dalle esigenze dei territori, si rischia di finire peggio dei partiti”, ha rivendicato Fattori. La stessa che ha poi criticato anche la piattaforma Rousseau: “Una piattaforma privata, senza un controllo di un ente terzo e senza certificazione, non può essere adatta a prendere decisioni di carattere nazionale, ma solo per regolare la vita di un’organizzazione privata”. Di fronte al rischio espulsione, Fattori spiega: “Fuori dal M5s non c’è altro, è la nostra casa. Certo, se chi vuole discutere non trova più posto, sarà questo nuovo Movimento a espellere chi è rimasto fedele all’idea originaria del M5s”.

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