Sedici poliziotti coinvolti a vario titolo nel pestaggio del giornalista inglese Mark William Covell, che riportò gravissime lesioni durante il blitz nella scuola Diaz, durante il G8 di Genova del 2011, dovranno risarcire lo Stato. I giudici della seconda sezione d’appello della Corte dei Conti hanno confermato la sentenza di primo grado che li condannava a un risarcimento complessivo di 110mila euro, centomila per le lesioni e 10mila per le calunnie.
I fatti contestati risalgono alla notte tra il 21 e il 22 luglio del 2001, quando Covell venne picchiato dagli agenti davanti ai cancelli della Diaz, rimanendo gravemente ferito. Covell era poi stato arrestato con accuse che si erano rivelate false. I giudici d’appello hanno in parte dichiarato inammissibili e in parte rigettato gli appelli proposti da alcuni dei poliziotti confermando la sentenza emessa nel 2015 dalla sezione della Liguria, che aveva condannato al risarcimento di 40mila euro l’allora comandante del VII nucleo antisommossa, Michelangelo Fournier, e a 60mila euro l’allora comandante del primo reparto mobile di Roma, Vincenzo Canterini. La responsabilità maggiore per la procura era da attribuirsi a Canterini e Fournier in quanto avevano lasciato “carta bianca” nell’utilizzo della forza, “consentendo ai propri uomini di commettere insensati atti di violenza”.
I giudici contabili avevano poi condannato, in solido, a un risarcimento di 10mila euro: Francesco Gratteri, il numero due della Dia Gilberto Caldarozzi, Giovanni Luperi, Spartaco Mortola, Nando Dominici, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Davide Di Novi, Renzo Cerchi, Massimiliano Di Bernardini, Massimo Nucera e Maurizio Panzieri. In via transitoria, il Viminale aveva risarcito il giornalista inglese con 350mila euro (340 per le lesioni subite e 10 mila per le calunnie). Ed è proprio quella cifra, che la procura contabile contestava come danno erariale ai poliziotti, ridotta però dai giudici di primo grado a 100mila euro per le lesioni e 10mila per le calunnie.
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