I dispositivi elettronici “possono essere di grande beneficio per i bambini e gli adolescenti, offrendo opportunità di apprendimento e sviluppo delle competenze, oltre a consentire ai giovani di trovare supporto e informazioni” però “bisogna adottare un approccio precauzionale per aiutare i minori a raccogliere questi benefici ma proteggerli da danni collaterali”. A dirlo è Dame Sally Davies, chief medical officer per l’Inghilterra, in un articolo pubblicato dal prestigioso quotidiano The Guardian.

Il contenuto riapre un tema dibattuto da tempo: i dispositivi tecnologici possono essere dannosi per la salute di bambini e adolescenti? La risposta scientifica definitiva non c’è, come ha sottolineato una relazione del Science and Technology Committee. Ma come prima risposta alla richiesta di indagini più approfondite, i medici del Regno Unito hanno dettato otto linee guida per aiutare i genitori a gestire l’uso della tecnologia da parte dei loro figli. Si tratta di consigli di buon senso, e tengono conto anche del fatto che l’uso di smartphone e tablet nasconde insidie non necessariamente legate alla salute fisica, come i problemi causati dalla sovraesposizione mediatica, l’abuso di immagini, e altro.

Smartphone e tablet dovrebbero stare fuori dalla camera da letto. Foto: Depositphotos

 

Il primo consiglio è lasciare gli smartphone fuori dalla camera da letto quando è ora di dormire. I ragazzi dovrebbero anche essere rispettosi delle regole sull’uso di smartphone imposte dagli istituti scolastici. È consigliata una pausa dallo schermo dopo un paio d’ore d’uso. Per tenere conto del tempo si possono usare anche apposite funzioni presenti su alcuni dispositivi e piattaforme web.

I medici caldeggiano poi di non guardare gli schermi mentre si attraversa la strada o si svolgono attività che richiedono piena attenzione. I dispositivi dovrebbero essere vietati a tavola, dove invece è preferibile una conversazione faccia a faccia con i familiari.

I genitori dovrebbero poi impegnarsi a discutere con i minori delle implicazioni legate alla condivisione di foto e informazioni online, e dei rischi connessi alla manipolazione di immagini e parole. Qui il rimprovero è indirizzato anche e soprattutto ai genitori, che “non dovrebbero mai presumere che i bambini siano felici di condividere le loro foto”, e “in caso di dubbio, non bisogna caricare nulla”. Il dialogo fra genitori e figli si dovrebbe poi allargare anche al commento di quello che i minori vedono online, e che potrebbe creare loro disagio.

I genitori dovrebbero discutere con i figli di quello che i minori vedono online. Foto: Depositphotos

 

Andy Burrows della National Society for the Prevention of Cruelty to Children (NSPCC), che opera nel campo della protezione dei minori nel Regno Unito, auspica poi un’azione urgente da parte del Governo, che metta dei paletti anche alle attività delle aziende tecnologiche. “Per oltre un decennio i giganti della tecnologia non sono riusciti a proteggere i loro giovani utenti, non possiamo perdere altro tempo”. La richiesta è quindi un’azione legislativa che tuteli i minori, che “renda i social network responsabili verso quello che accade agli utenti minorenni” e che preveda provvedimenti contro le aziende che “non riescono a tenere i bambini al sicuro”.

Dato che il problema della tutela dei minori online non è circoscritto al Regno Unito, sarebbe auspicabile un’azione a livello europeo che coinvolga tutti i Paesi dell’Unione, Italia compresa.

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