La bella baia di Nervi, uno dei luoghi di eccellenza paesaggistica del levante genovese, nel corso del secolo scorso è stata pesantemente modificata dall’uomo, con un forte impatto sulla sua conformazione. Nei primi anni del Novecento venne edificata una banchina con antistante piazzale (attualmente utilizzato per il rimessaggio di piccole imbarcazioni) che ridusse di oltre un terzo lo specchio di mare della baia. Questo tombamento determinò lo squilibrio idrodinamico della baia (aumentando l’energia dei marosi) e, intorno al 1930, costrinse alla costruzione di un’imponente diga foranea a difesa dell’abitato. Infine nel 1963 venne realizzata una colata di cemento per ospitare la piscina comunale.

Il borgo marinaro di Nervi aveva mantenuto inalterati fino al secondo conflitto mondiale i propri caratteri storici – le case multicolori affacciate sul mare, il ponte medievale, la rinomata passeggiata a mare, il centro storico e la scogliera di rilevante interesse geomorfologico – ma dal boom economico in poi, complice l’esistenza di un nuovo materiale formidabile per duttilità e resistenza – il cemento armato – gli interventi hanno iniziato ad avere un impatto distorsivo sull’ambiente.

La piscina comunale, edificata nel 1963 con un’enorme colata di cemento proprio sulla spiaggia, aveva decisamente rovinato la bellezza della baia, anche perché, ricoperta da un grande pallone, impediva la vista a mare dal borgo. Dal 2012 l’impianto è chiuso e giace in rovina perché l’adeguamento alle normative di sicurezza vigenti è, in questo sito, impossibile da realizzarsi. L’amministrazione comunale vuole ricostruirne una nuova in un’altra area, che si spera sia scelta con particolare riguardo al paesaggio in cui sarà inserita.

Italia Nostra chiede, però, che si investa parte dei finanziamenti destinati alla nuova piscina per riqualificare e rinaturalizzare la baia, demolendo il vecchio impianto e restituendo ai cittadini di Nervi la loro spiaggetta con la discesa a mare agevole per le barche. Sarebbe anche necessario mitigare l’impatto della diga foranea in cemento, ridimensionandola e ricoprendola di pietra, dandole così un aspetto più in sintonia con la storia e i materiali del posto. L’opera di recupero non dovrà però trasformarsi nella realizzazione di un porto turistico e la baia dovrà mantenere le caratteristiche di un semplice approdo protetto per piccoli natanti tirati in secco e con ormeggi in acqua solo temporanei.

Invitiamo l’amministrazione comunale di Genova a realizzare la nuova piscina in una località già individuata nell’area di un’ex fabbrica di cioccolato oggi fatiscente, riducendo il consumo di suolo e recuperando un’area altrimenti destinata al degrado. Allo stesso tempo chiede che si intraprenda senza ulteriore indugio la rinaturalizzazione della baia, perché tale intervento, oltre a ridare dignità al borgo di Nervi, potrebbe contribuire a rilanciare la vocazione turistica e culturale di Genova. In un territorio fortemente esposto al rischio idrogeologico, in cui sono stati tombati tutti i rivi, cementificata la costa, edificata ogni vallata e collina, la rinaturalizzazione della baia di Nervi sarebbe un fortissimo segnale di cambiamento in positivo.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Verdi, il 2019 sarà davvero l’anno della svolta. Anche per gli ecologisti italiani

next
Articolo Successivo

5G, arriva la prima frenata: l’Agcm auspica ‘la rimozione degli ostacoli’

next