Mancano gli insegnanti specializzati, solo il 32% delle scuole risulta accessibile ai disabili, la continuità del rapporto tra docente e alunno non è garantita, gli alunni diversamente abili partecipano raramente alle gite d’istruzione con pernottamento e circa il 5% delle famiglie di alunni con sostegno ha presentato negli anni un ricorso al Tar per ottenere un aumento di ore. E’ una fotografia a tinte fosche quella presentata dall’Istat nel suo annuale rapporto sull’inclusione scolastica.

L’indagine per la prima volta ha esteso il campo di osservazione anche alla scuola dell’infanzia e alla scuola secondaria di secondo grado, fornendo così un quadro informativo più ampio. Il primo dato che balza all’occhio è che i docenti specializzati sono insufficienti: se da un lato il rapporto alunno-insegnante previsto per legge risulta pienamente soddisfatto su quasi tutto il territorio nazionale, dall’altro a causa della carenza di insegnanti specializzati si riscontra una grossa quota (36%) di maestri e professori selezionata dalle liste curriculari. Per i ragazzi disabili mancano anche gli strumenti informatici: “La tecnologia – cita l’indagine Istat – può svolgere una funzione di facilitatore nel processo d’inclusione scolastica, soprattutto nel caso in cui sia facilmente fruibile e situata nel luogo in cui il gruppo classe svolge le ore di lezione”. Nel dettaglio solo il 16% delle scuole dell’infanzia usa i personal computer a supporto dell’alunno. Per i restanti ordini scolastici, un istituto su quattro risulta carente di impostazioni informatiche destinate agli alunni con sostegno. Da notare che le scuole meno dotate di supporti si trovano nella provincia autonoma di Bolzano. Per i ragazzi disabili resta difficoltoso anche raggiungere la propria classe dal momento che meno di una scuola su tre è accessibile. In Italia solo il 18% delle scuole dichiara di possedere facilitatori senso – percettivi volti a favorire, all’interno del plesso, l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi.

Per i 272.167 alunni con sostegno, la vita a scuola è difficile anche a causa della carenza di ore di sostegno: il numero di ore settimanali assegnate in media a ciascun alunno ammonta a 13,7. La dotazione è maggiore nella scuola primaria dove si arriva a 15 contro le 11,9 della secondaria di primo grado. A livello territoriale risalta un dato: le scuole del Mezzogiorno hanno mediamente tre ore settimanali in più rispetto a quelle del Nord. Un problema quello delle ore che ha portato il 5% delle famiglie degli alunni con sostegno a presentare ricorso al Tribunale civile o al Tar ritenendo l’assegnazione delle ore non idonea a soddisfare i bisogni dell’alunno. Un dato confortante è quello della partecipazione ai lavori svolti in aula: gli alunni con sostegno passano la maggior parte del loro tempo all’interno della classe e svolgono attività didattica al di fuori dell’aula solo per un numero residuale di ore: in media tre ore settimanali nella primaria e quattro alle medie. La partecipazione diventa meno frequente alle gite d’istruzione che prevedono il pernottamento: il report dell’Istat stima che non partecipi il 76,4% degli alunni con sostegno della scuola primaria e il 60,3% della scuola secondaria di primo grado.

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