L’ecotassa inserita in manovra con un emendamento della maggioranza fa traballare il piano di investimenti da 5 miliardi annunciato da Fca a fine novembre. Se la norma non cambierà, avverte il gruppo automobilistico, “si renderà necessario un esame approfondito dell’impatto della manovra e un relativo aggiornamento del piano”. Di conseguenza Pietro Gorlier, responsabile delle attività del gruppo automobilistico in Europa, Medio Oriente e Africa, ha declinato l’invito del Consiglio Regionale del Piemonte che aveva chiesto ai vertici del gruppo di spiegare gli investimenti previsti in regione durante un Consiglio aperto fissato per giovedì. Gli incentivi per le auto non inquinanti sarebbero, in prospettiva, un vantaggio per Fca, che a Mirafiori dal 2020 intende produrre la 500 elettrica. Ma se già l’anno prossimo scattasse anche il “malus“, ne soffrirebbero le utilitarie oggi più vendute: per esempio, chi compra una Panda dovrebbe sborsare circa 300 euro in più. Il governo ha comunque già annunciato l’intenzione di modificare la norma. “Troveremo una soluzione”, ha ripetuto il vicepremier Luigi Di Maio. “Sono convinto che possiamo fare bene nella lotta all’inquinamento e con incentivi per le auto ecologiche senza provocare shock nei piani industriali delle aziende”.

“Il sistema di bonus-malus, qualora attuato secondo l’impianto approvato in prima lettura alla Camera, inciderà significativamente sulla dinamica del mercato, in una fase di transizione del settore, costruttori e filiera, estremamente delicata, modificando le assunzioni alla base del nostro piano industriale”, scrive Gorlier. “Siamo pertanto costretti a declinare la nostra partecipazione al Consiglio, in quanto non saremmo in grado, né di confermare il piano industriale nella sua integralità, né di proporre scenari alternativi, dovendo ancora quantificare con precisione tale impatto”. La realizzazione del piano industriale di Fca per l’Italia prevede entro il 2019-2021 un ammontare di investimenti pari a 5 miliardi di euro per il lancio di 13 nuovi modelli o restyling di modelli esistenti, nonché nuove motorizzazioni con impiego diffuso di tecnologia ibrida ed elettrica.

Chiamparino: “Incertezza per l’intero settore” – “Ciò che davvero inquieta”, ha commentato il governatore Sergio Chiamparino annunciando il rinvio del Consiglio aperto, “è lo scenario indicato nella lettera di Fca, uno scenario di incertezza per l’intero settore dell’auto che riguarda in ultima istanza i consumatori. Inquieta questa non certezza delle politiche del governo in un settore strategico per il Piemonte e per l’Italia”. Questa incertezza “c’è il rischio che costringa a rivedere gli impegni presentati da Fca ai sindacati, che non risolvevano i problemi ma indicavano una strada positiva. All’incertezza sulla Tav, si aggiunge l’incertezza nel settore automotive e questo non depone a favore della nostra regione. Ci auguriamo che entrambe queste incertezze possano essere dissipate”.

M5s: “Dal gruppo schiaffo alla città” – Per la capogruppo M5S al Consiglio comunale di Torino Valentina Sganga il “forfait di Fca è uno schiaffo alla città”. “Al di là delle polemiche e dei ricatti rispetto alla discussione con il Governo, una chiara scusa per non presentare un piano industriale di cui Fca conosce la intrinseca debolezza, la scelta del forfait al Consiglio aperto è uno sgarbo a un territorio che a parole dovrebbe essere centrale nei progetti di Fca, ma che in concreto è sempre più marginale”. Per la capogruppo M5S “la politica piemontese deve rendersi conto che Fca non è più centrale nelle politiche industriali di Torino. È il momento di lavorare per un piano di rilancio della manifattura che guardi oltre questa azienda e punti a portarne altre”.

Tecnici del Senato: “Coperture insufficienti per il bonus. E il gettito calcolato senza tener conto di calo vendite” – Lunedì a criticare l’impianto dell’ecotassa erano stati i tecnici del Senato. Secondo il servizio bilancio di Palazzo Madama, i 300 milioni provenienti dalla tassa sulle auto ad alte emissioni rischiano di non bastare per finanziare gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche o a basso impatto ambientale. Per questo i tecnici hanno evocato l’ipotesi di una clausola di salvaguardia: “Andrebbe valutata l’opportunità di individuare una clausola di salvaguardia da attivare nel caso in cui gli aventi diritto possano vantare un ammontare complessivo di crediti di imposta superiori al tetto di spesa”, si legge nel dossier. Il servizio bilancio nota che nella relazione tecnica che accompagna la norma si considerano, per calcolare il gettito dell’ecotassa, acquisti di auto inquinanti invariati rispetto al 2017, escludendo quindi proprio gli effetti sperati della misura, sia nel disincentivare l’acquisto di auto più inquinanti sia nell’incentivare l’acquisto di auto a più basse emissioni, escluse dalla tassazione.

Allo stesso tempo però, sul fronte della spesa per incentivi, si ipotizza un incremento del 70% degli acquisti di auto ecologiche che hanno diritto all’agevolazione “peraltro non supportato da alcuna ipotesi circa la sua stima”. Secondo i tecnici del Senato “il limite di spesa di 300 milioni di euro potrebbe essere insufficiente a riconoscere il beneficio”. I tecnici ritengono inoltre necessario che sia previsto “un meccanismo di monitoraggio delle domande di contributo al fine di verificare la capienza del tiraggio con il plafond delle risorse disponibili, con conseguente blocco delle erogazioni una volta esaurito lo stesso”. L’assenza “potrebbe presentare dei profili di problematicità” perché “non consente di rendere prontamente edotti i venditori dell’esaurimento dei fondi”.

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