“Siamo sulla medesima barca, e bisogna approdare ad uno scoglio sicuro, anzi, ad una terraferma sicura”. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte, al termine del G20, ha così sottolineato come se la procedura d’infrazione non conviene all’Italia, non conviene neppure “all’Unione europea”.
A margine del G20 Conte ha visto Jean-Claude Juncker e al centro della discussione naturalmente c’è stata la manovra italiana. Proprio in queste ore infatti l’esecutivo sta valutando quali rimodulazioni poter fare per andare incontro alle osservazioni dell’Ue e salvaguardare al tempo stesso le riforme promesse: venerdì si è parlato di un taglio di 5 miliardi, subito smentito da fonti di Palazzo Chigi.
In ogni caso, riferisce Conte al termine del G20, il negoziato con la Commissione Ue sulla manovra è “in corso”, si stanno compiendo “passi in avanti” ad ogni incontro e si stanno valutando una serie di soluzioni, ha detto Conte. “Stiamo lavorando oltre che su una cornice generale anche a delle soluzioni concrete“, ha detto precisando che “non siamo entrati nei dettagli tecnici, ma sicuramente abbiamo toccato le impostazioni generali”.
Con i commissari europei “confidiamo di aggiornarci nei prossimi giorni per verificare la plausibilità di alcune soluzioni tecniche” condivisibili tanto da Bruxelles quanto da Roma, in modo da cambiare la manovra. A tal proposito resta ancora in sospeso il vertice di governo di lunedì: “Non lo escludo ma non l’ho ancora convocato”.
Nessun accenno, invece, alle ultime dichiarazioni dell’ex numero uno dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che allo Spiegel ha dichiarato che: “Il segnale dell’Ue deve essere chiaro: non ci lasciamo ricattare dal governo italiano”. Quanto alle critiche della Confindustria, secondo Conte “la premura espressa da Boccia è una premura che il governo ha condiviso 4 mesi fa quando seduti attorno a un tavolo abbiamo valutato, con molta attenzione il trend di crescita del Pil e i fondamenti del sistema economico e ci siamo resi conto che ci stavamo avviando verso un processo di stagnazione. Per questa ragione abbiamo deciso di dare questa impostazione alla nostra manovra economica”.
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