La Lega resta il primo partito nelle intenzioni di voto degli italiani e continua a gravitare intorno a quota 30 per cento. Sono gli esiti del sondaggio realizzato da Demos per La Repubblica, secondo cui a cinque mesi dalle politiche del 4 marzo il Carroccio è l’unico partito che cresce, fagocitando gli altri. Anche il Movimento 5 stelle, sceso nella rilevazione al 27,6%, cinque punti sotto il risultato delle urne. Allo stesso modo, Matteo Salvini è il leader più gradito dagli intervistati: 60% contro il 59 di Giuseppe Conte. Ma mentre il premier è considerato il vero leader del governo solo per il 16% di loro, il ministro dell’Interno si conferma come il “capo percepito” nella coalizione e arriva al 58 per cento. Più di un italiano su due crede che sia lui a comandare. In generale però, a cinque mesi dall’avvio dell’esecutivo gialloverde, il gradimento verso il governo resta altissimo: rispetto a settembre, c’è comunque una leggera flessione dal 62 al 58 per cento. Un po’ più incerti i giudizi sulla manovra: più di un italiano su due ritiene almeno “utile” il reddito di cittadinanza, ma in generale i voti positivi e negativi sulla legge di bilancio si equivalgono.

Stime elettorali – Se oggi si tornasse alle urne, uno su tre degli intervistati da Demos sceglierebbe la Lega. Continua invece la flessione del M5s, distante due e punti mezzo dal Carroccio e in calo anche rispetto al 29,4% di un mese fa. Ma perdono anche tutti gli altri partiti: il Pd è stimato al 16,5% e non riesce ad arginare la perdita di consenso che l’ha portato ora due punti percentuali sotto il risultato, già disastroso, del 4 marzo. Così come continua ad assottigliarsi la base di voti di Forza Italia, scesa fino al 9,4% secondo Demos. Al 3,1% ci sono Liberi e uguali e Fratelli d’Italia che però erano andati entrambi meglio alle politiche, così come Più Europa stimata al 2,3 per cento. Cresce invece Potere al Popolo, stimato al 2,3%: sarebbe il doppio del risultato ottenuto il 4 marzo.

Gradimento dei leader – Coerentemente alle stime elettorali, il leader più gradito resta Salvini che viene giudicato positivamente da sei italiani su dieci. Anche il premier Conte però è apprezzato dal 59% degli intervistati da Demos, così come raccoglie il 58% dei voti positivi anche il presidente della Bce, Mario Draghi. Chi lo ha attaccato per le sue ultime dichiarazioni, Luigi Di Maio, è invece sceso al 53% degli apprezzamenti rispetto al 57 di settembre. Rimango livelli di gradimento elevati rispetto a quelli degli altri leader, tra cui si difendono solo l’ex premier Paolo Gentiloni con il 48% ed Emma Bonino con il 46%. Per trovare i prossimi candidati alla segreteria Pd bisogna invece scendere al 40% di Nicola Zingaretti o al 38% di Marco Minniti. Fanalini di coda della classifica, dietro anche ad Antonio Tajani, Alessandro Di Battista e Maurizio Martina, ci sono coloro che fino a pochi anni fa erano i leader dei tre poli politici italiani: terzultimo Silvio Berlusconi (30%), penultimo Beppe Grillo (26%) e fanalino di coda Matteo Renzi, con appena il 24% dei voti positivi.

Chi è il leader del governo – Passando invece all’analisi dei leader interni al governo, torna ad essere palese lo strapotere di Salvini. Stando alla rilevazione di Demos, il 58% degli italiani lo considera il vero capo all’interno della coalizione gialloverde. Così la pensano soprattutto gli elettori del Carroccio e del Pd, mentre i pentastellati sono divisi equamente tra chi pensa a Salvini e chi invece ritiene Di Maio il vero leader. In generale il 14% degli intervistati crede nella leadership del ministro del Lavoro, ma pochi di più sono quelli che credono che a comandare sia il premier Conte: il 16 per cento.

Giudizio sul governo – A cinque mesi dalla firma del contratto e il via all’esecutivo gialloverde, il consenso nei confronti del governo Conte in toto rimane comunque altissimo. Secondo Demos una flessione c’è stata (dal 62% di settembre al 58 di oggi), ma la serie storica mostra che le percentuali restano nettamente superiori rispetto a quello del governo Gentiloni, arrivato al massimo al 45%, e del governo Renzi che toccò quota 44% di consensi nell’ottobre di due anni fa prima della sua fine con il referendum costituzionale del 4 dicembre.

Giudizio sulla manovra – A dividere gli italiani, più che il governo, è la sua manovra. Il 48% degli intervistati dà un giudizio positivo, la cui base si trova negli elettorati di riferimento (82% M5s, 71% Lega), ma c’è anche un 46% che esprime un voto negativo. Soprattutto, solo un italiano su cinque crede che il governo debba tirare dritto, senza tenere conto di nessuna delle indicazioni che arrivano da Bruxelles. Mentre c’è un fronte intermedio molto più ampio che spinge per un accordo con l’Ue senza rinunciare ai punti principali (24%) oppure cedendo su alcuni (34%). Per quel che riguarda infine la misura simbolo del M5s, il reddito di cittadinanza, il 47% degli intervistati da Demos la considera utile, anche se non una priorità. Se sommati al 17% che la ritiene indispensabile, rimane una percentuale inferiore (32%) che la considera dannosa. In generale, oltre ad essere approvato dalla quasi totalità degli elettori cinquestelle, il reddito è digerito anche da buona parte degli elettori leghisti e in parte anche da chi vota Forza Italia. Sono i dem a bocciarlo, con il 58% dei suoi elettori che lo considera dannoso.

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